In questi giorni ho riflettuto sulla mia condizione e su quella umana in generale ed ho iniziato a stendere queste righe, camminando nel buio.
Una oscurità nata dentro, alimentata dalle tenebre che mi circondano, in un mondo che non è mio, in cui la bellezza e la necessità hanno perso nei confronti dell'oscena bruttura del superfluo.
Non sapevo se avrei finito di scrivere questo pezzo, invece eccomi qui, giorni dopo, a finirlo, ascoltando i Carmina burana di Orff.
Se dovessi dare una colpa al cristianesimo, al di là delle tante cazzate che leggo e sento, è quella di aver confuso il Satana biblico con il Lucifero pagano, incasinando la storia occidentale.
Il primo è un pirletta che si atteggia a signore del male, ma è solo un bambino viziato che sclera col padre, facendo il suo gioco. Non è creatore: solo un mezzo demiurgo che funge da parafulmine per il fratellino e le mosse, discutibili del suo creatore (il solo nel racconto ad essere luce e tenebra). Di fatto, un coglioncello che si crede Re, ma è solo un vassallo da 2 soldi, con buona pace di Milton, che pur attingendo dalla mitologia biblica, usa la figura satanica per descrivere quella luciferina, almeno nella prima parte. Ho adorato quel suo ribelle sconfitto, che finalmente trova un posto tutto suo, peccato il seguito in cui distrugge un personaggio magnifico (nello sviluppo del poema è necessario e nulla toglie alla grandezza dell'opera, anzi).
Il pianeta Venere ha altri 2 nomi, in base alla posizione relativa nel cielo: Lucifero, la stella del mattino, quando compare al sorgere del Sole e Vespero, la stella della sera, al tramonto. Una volta porta luce, una volta porta tenebra, come ogni Dea dell'amore, dai tempi di
Inanna.
Nelle mitologie troviamo varie figure luciferine e sataniche, ma al contrario del moderno occidente queste sono ben differenziate.
L'avestico
Angria Mainyu o Arimane ben somiglia alla versione dualistica del cristianesimo moderno (dualismo che a chi ha letto e capito la bibbia fa orrore), decisamente uno stronzo, votato alla distruzione; si sta parlando di un rospo autogenerato che sodomizza se stesso per generare demoni e distruggere la creazione (se dovessi spiegare il narcisismo patologico, userei questa figura). Un patetico frustrato, al pari dell'arcangelo caduto.
Una via di mezzo sono il
Susanoo shintoista e il
Seth egiziano, entrambi frustrati, ma entrambi consci del proprio ruolo nel mondo e artefici del fato, agenti della necessità, oltre che figure realtivamente positive.
Le vere figure luciferine sono complesse. I miei preferiti sono Prometeo e Loki, probabilmente volti dello stesso personaggio.
Al contrario dei personaggi citati in precedenza, non ho inserito il link di wikipedia, perché sono figure di cui ho già scritto e sono così affascinanti che invito a fare ricerche in merito, affrontandoli da più punti di vista. Entrambi si muovono in modo ambiguo nel mito ed entrambi sono puniti dalla figura dominante, che li incatena ad una pietra, a subire il supplizio di una fiera. Entrambi nelle vicende umane e nella nostra creazione (su Loki gli esperti si dividono) e forieri di doni meravigliosi, ma sovente avvelenati, a causa dell'imbecillità umana e divina. Soprattutto:entrambi padroni della propria vita, che portano la propria autoderterminazione alle estreme conseguenze. Entrambi vedono lontano, conoscono le necessità del fato, sanno cosa vogliono, e sanno come ottenerlo, consci dei rischi e delle conseguenze. Loro accendono la miccia e vedono bruciare il mondo, perché così deve essere, senza trarne vantaggio personale.
Loki provoca la morte di Baldr e Hodr, pagandone duramente le conseguenze, al fine di salvarli dal Ragnarok, in cui lui stesso trova la fine, permettendo loro di tornare e dare inizio al nuovo mondo.
Prometeo sa che il fuoco libera le genti umane dalla condizione ferina, ma sa altrettanto bene che il fuoco è l'inizio della civiltà e della guerra, non a caso è lui che sfonda il cranio di Zeus, permettendo la nascita di Pallade in armatura. Insegna a noi mortali a truffare gli Dei, gettandoci nell'agone. Prometeo è quella tecnologia che cura le malattie, ci manda nello spazio e pone in mano a perfetti imbecilli un arsenale atomico.
Loro sono ladri, assassini, traditori, creatori, difensori, gentili, violenti, altruisti... La sola certezza è che hanno trasceso l'illusione del bene e del male e abbracciato l'ananke.
Entrambi sono portatori di luce e ombra, perché il mondo è la magnifica danza degli opposti che compongono il tutto, un enorme Polemòs in cui regnano il caso, Fato, la scelta, Ecate, la necessità, Ananke e le forze di attrazione, Eros, repulsione, Eris e lo scontro/incontro (ho dubbi su questa definizione, ma non trovo una parola migliore) Ares.
L'essere luciferino è questo: colui che punta alla luce, perché è quello il fine dell'esistenza, senza rinnegare la tenebra, il cui abbracciare la consapevolezza della condizione è figlio dell'aver colto il segnale del fato, scelto di volerlo compredere e abbracciato la necessità che governa il mondo, allontanandosi dal superfluo.
Vibriamo a frequenze ridicole, perché così ci hanno insegnato, ingozzandoci del superfluo, perdendo il necessario, senza il coraggio di rompere gli schemi. Abbiamo paura di incendiare il mondo, per salvare quel granello di sabbia che abbiamo comprato sacrificando la vita. Abbiamo paura della nostra volontà e di quel che ci grida il cuore, perché le catene potenziali ci fanno più paura di quelle reali cui siamo costretti. Soprattutto: ci hanno insegnato un falso dualismo, in cui gli opposti si combattono e la scelta di campo è obbligatoria: una follia. Cervelli di Boltzmann anestetizzati, che non creano la realtà, ma subiscono la narrazione altrui, alimentando un mondo folle.
In questo differiscono i luciferini dagli altri. Non vivono nella perenne speranza della salvezza, nel timore della dannazione o seguendo le vacue promesse di una o l'altra parte. Non riescono ad essere soldatini obbedienti di autorità che non riconoscono. Conoscono le regole universali, sanno come muoversi nel loro meandri e sebbene la gravità agisca secondo leggi inalterabili e inviolabili, sanno volare, perché conoscono anche altre leggi che dominano energia e materia. Fanno del problema la risposta.
Io amo i folli, gli zagrei che danzano sconvolgendo Tebe. La gente che una volta sentito fischiare il treno si rendono conto che il mondo è altro. Amo chi comprende che la stella più grande, calda e luminosa non può esistere, senza il freddo e buio, vuoto cosmico ed entrambi sono parte di un unico,
Io amo chi sa brillare dentro, conscio di proiettare anche ombra e come la sopracitata stella sa vestirsi di quella tenebra.
Oggi ananke è uscire dalle gabbie che il mondo occidentale ha creato. Ananke è riappropriarsi della qualità umana che ci rende creature stupende e terribili. Ananke è liberare quella stella ambivalente, portatrice di luce e tenebra che è dentro di noi e farla crescere.
Ogni giorno il fato ci pone davanti a delle biforcazioni del cammino, spesso multiple, in cui scegliere tra più strade. L'essere del superfluo segue il percorso indicato, quello apparenemente semplice che porta a sprecare il transito terreno. Pochi, i consci delle proprie luci e tenebre, che hanno aperto gli occhi (o sono totalmente pazzi, nessuno lo può escludere) decidono di scegliere la propria strada, consci dei rischi e per molti di questi scegliere è una necessità fisiologica. Rompere gli schemi, infrangere leggi fasulle, pagarne le conseguenze, ma farlo a testa alta, alla ricerca dell'essenziale.
Luciferini vi sto cercando, perché da solo non sono in grado di incendiare il mondo, ho bisogno della vostra luce e della vostra tenebra per volare, come voi ne avete bisogno di quelle dei vostri simili.
Marco Drvso