domenica 22 novembre 2020

Goodnight Sun

Siamo ad 1 mese dal solstizio d'inverno e poco più dalla fine di questa delirante partita a Jumanji (mi raccomando: il 31/12 ricordate di gridarlo, per uscire dal gioco!).
Il periodo che intercorre tra gli ultimi giorni di novembre e il solstizio è magico. Tutti i grattacapi dell'anno passato svaniscono, con il loro carico di emozioni e sentimenti e ci si rifugia sotto le coperte, per sopravvivere al freddo delle notti lunghe e prepararsi a germogliare col nuovo Sole. 
Persino in questo momento assurdo, in cui il mondo pare essere impazzito, si comincia a sentire l'avvento della nuova alba, con le giornate che si allungano e allietano lo spirito, nonostante i rigori dell'inverno. Questo è il momento in cui ci si libera degli ultimi pesi e si prepara la ripartenza, piantando i semi del nuovo anno.
Sarà un solstizio diverso dal solito. Non ci sono le luci che donano forza al Sole nel suo viaggio nelle tenebre, come insegna la tradizione e come inciso nella nostra memoria collettiva. Non c'è il picco di lavoro, che normalmente si maledice, ma quest'anno si rimpiange. Non c'è la corsa ai regali, che tutti gli anni ci distrae dalla magia delle notti lunghe, ma ci regala un pizzico di gioia, nel cercare un presente per una persona cara. Il regalo vero è il tempo che le si è dedicato, non l'oggetto in sé.
Ricordo di aver partecipato, ormai 11 anni fa, ad una cerimonia sciamanica nel cuore delle Alpi, per propiziare il nuovo anno. Si parlò di questo momento, che culmina nel solstizio, come del momento in cui si ricomincia. È assolutamente vero.
Le ombre dell'anno passato si perdono nelle tenebre di queste notti lunghe e resta solo la luce. Svaniscono le incomprensioni, i dissidi, la tristezza e ha inizio un nuovo corso. Non ricordo perché fossi arrabbiato, triste o deluso. Tutto è volato via col vento.
Osiride si appresta al suo viaggio ultraterreno, per rinascere grazie la duro lavoro di Iside. Amaterasu si appresta a chiudersi nella grotta, per uscirne e riallacciare buoni rapporti con Susanoo. Ogni divinità solare, di ogni cultura si appresta al sonno, per tornare a splendere più di prima.
È quel periodo in cui appianare le divergenze e cercare di migliorarsi, per iniziare al meglio il nuovo anno. Nel motto "a natale si è più buoni" è nascosta questa verità. Questo è il periodo dell'anno in cui non si faceva la guerra e anche gli ultimi guerrieri si chiudevano nella quiete della propria casa e, come i contadini che avevano ormai finito la semina, si occupavano dei propri strumenti e della propria famiglia.
Come si fa ad essere arrabbiati o serbare rancore, in queste serate fredde? Si ha solo voglia di qualcuno con cui condividere il calore e stare bene, sentire le persone che ci mancano, chiedere scusa e accettare scuse e, in rari casi, seppellire l'ascia di guerra, anche se non ci sono state le scuse.
I semi possono fiorire subito o richiedere anni, ma seguiranno il loro corso. Vecchi passatempi diventano utili per altro (esempio sciocco: un tempo seguivo lezioni di tango ed ora che sto praticando le arti marziali, scopro che il passo di tango è lo stesso di tanti esercizi. Tra l'altro ho intenzione di riprendere, lavoro permettendo), vecchi rapporti si possono ricucire e far nascere in nuova forma. Ciò che conta è dare a tutto il giusto tempo.
È il tempo che cura le ferite e aggiusta le situazioni, a patto che si sia disposti ad assecondarlo e si vogliano fare quei passi necessari per porre fine al conflitto. Uno dei grandi limiti umani è proprio questo: l'orgoglio che chiude bocca e orecchie, cui si unisce la paura di mostrare il cuore.
Per questo sono qui ad augurare la buona notte al Sole morente. Lui è il solo che ride delle forbici di Morta (o Atropo, se preferite il nome greco), conscio che non potrà tagliare il suo filo e quando verrà il suo tempo, anche la più vecchia delle Parcae avrà segnato il suo tempo. Noi, invece, siamo appesi ad un filo che può essere tagliato e anche se sappiamo rinascere più volte nel corso della vita, verrà il momento del sonno.
I miti e l'inclinazione dell'asse terrestre ci ricordano questo. Ogni anno ci dicono che potrebbe essere l'ultimo, quindi dobbiamo viverlo degnamente (soprattutto chi come me ne ha persi tanti, a causa della depressione), senza lasciare indietro l'oro che la vita e la fatica ci danno e buttando via il vile metallo. Salvare l'oro e gettare il piombo significa anche alzare il telefono e chiamare le persone con cui si hanno incomprensioni (avrei scritto alzare il culo e andare, ma siamo in piena detenzione), sperando che dall'altra parte ci sia la stessa volontà. Se mancasse, almeno si potrà dire: io ho fatto il passo (o i passi, perché per alcune persone si può anche cercare di fare più passi, a costo di sentirsi imbecilli e nel numero massimo consentiti dall'amor proprio). Meglio fallire, che vivere nel rimpianto del non fatto.
Parliamo col cuore in mano, stringiamoci, collaboriamo, amiamoci, ognuno nel modo che può e sa. Seguiamo il Sole e rinasciamo migliori.
Buonanotte signore del cielo, che doni vita e illumini i nostri giorni e scusaci se talvolta non siamo stati in grado di capire la tua luce.

Marco Drvso

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