Ero bambino, quando scoprii la bellezza del cielo notturno e me ne innamorai.
Per me, cresciuto in circonvallazione a Milano, negli anni '80, le stelle erano qualcosa di noto per sentito dire, coperte da inquinamento luminoso e nebbia. Conoscevo solo quella stella luminosissima che talvolta vedevo dalla finestra della mia cameretta (Venere) e la osservavo con gli occhi pieni di meraviglia e sogni, abbracciato al cuscino. Vennero poi le serate estive, in cui incontrai quei tantissimi punti luminosi, sconosciuti nel cielo milanese, scoprendo il moto dei pianeti e la caduta degli steroidi e in quello scenario da incanto, fui rapito dalla Luna.
Ho passato serate magnifiche, da solo o in compagnia, osservando l'astro d'argento, nel suo mutare forma e colore. Dall'effimera prima falce che danza al tramonto, all'ultima che ci sorride al mattino, è un viaggio meraviglioso di colori e forme.
Da ragazzino parlavo con la Luna nei momenti di tristezza, quando avevo bisogno di confidare un segreto e raccontare un sogno. Mi mettevo alla finestra, toglievo le maschere e mi sfogavo, poi scrivevo poesie. Passata quella fase, mi è rimasto il piacere di guardarla.
La Luna rossa, le falci dorate, i mille colori dell'argento, le immagini che si formano con le nuvole, i pianeti, le stelle e i raggi del Sole (nascente e morente), sono visioni meravigliose, che la maggior parte delle persone ignora, troppo presa da altro.
Ci sono sere in cui il suo apparire né suscita emozioni, né è particolarmente bello, come accade anche alle persone, che non possono essere strepitose ogni giorno, in parte a causa propria, in parte a causa dell'osservatore, i cui occhi possono non cogliere.
Luna di questa sera è stupenda e ha funto da balsamo per il milione di cose che ho per la testa, soprattutto dopo il ritorno a Milano, quando ne sono stato sopraffatto (stendiamo un velo pietoso sul ritorno). Per caso, sono andato in giardino e sono rimasto folgorato da quella falce dorata, infiocchettata dai leggeri veli di nubi, che annunciano la pioggia imminente. Alta pochi gradi dall'orizzonte, un delicato ghigno senza gatto, messo lì per farsi guardare e donare quiete.
È bastato qualche minuto per liberarsi di tutto. È stato sufficiente porsi davanti a tanta bellezza e farsi travolgere, liberandosi dai tarli di una certa questione e riuscendo a focalizzare l'attenzione su altre più contingenti.
Così bella e suggestiva, che non poteva essere altro che lo scrigno dove nascosi alcuni dei tesori più grandi, sogni, amori e ricordi, la Luna è il faro che riporta a casa la gente smarrita. Ci prende per mano e ci conduce alla radice dei nostri pensieri, nel luogo in cui riflettere e scegliere cosa buttare e per cosa lottare e ci consegna leggeri al sonno.
La signora della notte non ama chi è inutilmente sveglio.
Marco Drvso
Nessun commento:
Posta un commento