martedì 22 dicembre 2020

La luminosa stella del solstizio

Se questo anno fosse stato un racconto medievale, sarebbe stato narrato come una vicenda onirica, tecnicamente un incubo. In quelle storie, quando il protagonista si sveglia ha una illuminazione e torna alla vita cambiato.
Come correttamente affermato da un caro amico, c'è un pre e un post 2020: nulla sarà più come prima. Questo è un anno che in qualche modo ha cambiato tutti. 
Scrivo, osservando su internet la congiunzione tra Giove e Saturno, perché come per la magnifica posizione di Marte, è nuvoloso e c'è il coprifuoco. Tra pochi minuti, in cielo sembrerà esserci una stella luminosissima, che alcuni identificano con la cometa del racconto evangelico (nota: ricordo una conferenza al planetario, decadi fa, in cui parlavano di questo fenomeno, facendo notare che accadde anche in quel periodo), ma non la potrò osservare dal vivo. Spero sia l'ultimo regalo del 2020. In ogni caso, questa sì che potrebbe essere definita una stella danzante.
C'è appena stato il solstizio, la data che amo scegliere per indicare il cambio di anno, in sintonia con i ritmi della natura. Gli alberi non sanno che sia la terra a girare intorno al Sole e che agli antipodi sia estate: seguono il ritmo biologico imposto dal Sole (e dalla interazione gravitazionale della Luna, ovviamente), come ogni altra forma di vita, noi compresi.
Come scritto nell'ultimo post, tiro le somme di questo anno assurdo e non sto riuscendo a trovarlo totalmente negativo, nonostante tutto; i periodi di grande cambiamento hanno alti e bassi. Le varie contingenze mi hanno obbligato a mettere tutto in discussione e sebbene la mia reazione a certi avvenimenti facesse pensare diversamente, tutto è avvenuto durante un cammino già intrapreso, iniziato nell'estate del 2019. 
Per assurdo, tanta merda era ciò di cui avevo bisogno, per dare l'inizio al cambiamento. Col senno di poi, mi sembra di essere stato fortunato.
Con l'avvento del nuovo Sole, sento di aver definitivamente abbandonato moltissime dinamiche che mi trascinavo dietro da troppo tempo e questi mesi passati all'inferno mi sono stati utilissimi per fare oro dal vile metallo.
Un nuovo Sole che nasce sotto i peggiori auspici, se devo guardarmi intorno, ma rallegrato da questa luminosissima congiunzione, che so esserci, anche se non la posso vedere.
So per certo che molti abbiano sprecato questa occasione unica, ma molti altri hanno avuto una esperienza simile alla mia e hanno sfruttato questo periodo per mettersi in discussione.
In questo momento camminiamo sulle macerie di quel che fu, sia nel mondo esterno, sia in quello interno e potrebbe essere una fortuna (per chi come me non ha bocche da sfamare o mutui da pagare), perché si riesce a vedere con chiarezza cosa sia realmente importante e cosa fossero solo illusioni, manie e frutti distorti della mente. È quando tutto è perso, che si può iniziare a cambiare, perché non vi è nulla da salvare.
Sotto questa danza di erranti del cielo, c'è una certezza: anche questa volta Fenrir e Apopi sono rimasti a digiuno. Anche questa volta Sole ha preso le sue mazzate ed è morto inchiodato, ma ancora una volta si è rialzato ed è tornato vincitore. Nei prossimi mesi lo vedremo occupare il cielo per sempre più tempo, risvegliando la natura, seguendo l'ordine delle cose, fatto di morte e rinascita.
Il 2020 è stato l'anno in cui siamo stati costretti a sperimentare ciò che avevamo scordato o ci avevano solo raccontato. Ora sta a noi decidere se soccombere alla tenebre dell'animo o rinascere e brillare. Non sarà immediato, non sarà facile, non sarà come lo immaginiamo e qualcuno fallirà, qualcuno avrà risultati superiori alle speranze, ma tutti dobbiamo alzarci, come fa il Sole e danzare, come fanno le stelle.
Ora siamo alberi spogli, con rami nudi, coperti da qualche rimasuglio dell'estate passata, che marcisce lentamente, pezzi di corteccia che si staccano lentamente e frammenti che hanno finito la propria utilità e cadono sotto il peso del tempo e delle intemperie, ma sotto quella scorza sono già pronte le nuove gemme, che non aspettano altro che il richiamo del Sole.

Marco Drvso

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