domenica 13 dicembre 2020

Lettera aperta al 2020 e al 2021

Sul finire di questo anno delirante, che molti hanno definito come la più assurda partita a Jumanji della storia, tiro le somme.
Il mio mondo è totalmente crollato e non ho neanche avuto la soddisfazione di farlo crollare con le mie mani. A livello globale e lavorativo, è inutile ricordare cosa sia successo: lo sappiamo bene tutti, come sappiamo che la fine di tutto sia ancora lontana, oscura e coperta da una fitta nebbia. Ho perso cose che credevo necessarie e alcune lo sono, soprattutto il lavoro e le speranze di cambiamento sano che avevo riposto in questo anno. Stavo cercando casa, ora che la situazione economica si era stabilizzata e il lavoro non richiedeva più certi compromessi. Stavo iniziando a sistemare i denti. Stavo acquisendo nuove, meravigliose capacità lavorative. Stavo iniziando tante cose...
Soprattutto avevo iniziato a credere che il rapporto con una persona stesse evolvendo, invece si avviava ad una lenta agonia, cui lei ha posto fine a settembre ed io pochi giorni fa, uccidendo le mie ultime illusioni insensate. Nel naufragio ho messo del mio, non lo nego.
Mi manchi, ma più mi manchi, più sento la necessità che tu sia lontana. Per questo ho smesso di seguirti su instagram e twitter, ma non su facebook. Sono contento che abbia smesso di mettere like e affini, che vivevo come carezze e pugnalate. Non so se abbia mai realmente realizzato quanto fossi innamorato. Domande inutili, che volano via nel vento, insieme alla tristezza. Ti ho donato una rosa per avermi spezzato il cuore e sono andato via. Non posso e non voglio più elemosinare amore.
Posto in questi termini, il 2020 si presta ad essere incoronato come il mio anno peggiore sulla Terra, invece no. Tutta questa merda è servita come concime, per far fiorire qualcosa.
Caro, infame 2020 mi hai costretto a mettere in discussione me stesso, capirmi e prendere in mano la mia vita, trasformandomi in un soggetto più che mai attivo. Mi hai obbligato ad uccidere il tizio che ero, per farne sorgere uno nuovo e di questo te ne sarò sempre grato. Ti sei preso tutto e mi hai donato me stesso. Mi sei costato lacrime amarissime, che hanno innaffiato il sorriso.
Abbracciare e comprendere il proprio io, compreso il bambino triste che ci è rimasto dentro, è un atto rivoluzionario. Aiuta a comprendere le cause di tanti errori, sofferenze, inutili ripetizioni e pone basi solide per il domani. Non so se sia stato forte o disperato, per liberarmi dei pesi passati, ma è successo. Ora voglio volare.
2020, dubito che potrò mai scordarti.
C'è un prima: la persona che ero. Un durante: quella che sto diventando. Un dopo: non sono un veggente.

Si affaccia all'orizzonte un nuovo giro di orbita. Convenzionalmente lo indico, come tutti, dalla mezzanotte che divide il 31/12 dal 1/1, ma, da buon amante dei saperi antichi, calcolo per me l'anno dal solstizio d'inverno, tra meno di 10 giorni.
2021 non so cosa chiederti o aspettarmi da te.
Non inizi sotto i migliori auspici, questo è chiaro, ma ti chiederei di non essere una ripetizione o un peggioramento del 2020. 
Vorrei che portassi a tutti quiete e tranquillità, magari economica (quel che vedo in giro adesso è terrificante). Sii clemente, magari benigno, con coloro cui voglio bene, che non conosco e verso cui ho provato sentimenti negativi (i sentimenti negativi fanno parte di quel che il 2020 si è preso, spero per sempre) e se puoi porta loro bei doni.
Avrei tante cose che vorrei, che sfuggono dal mio controllo, ma non le chiederò. Voglio conquistare la vetta con le mie forze e so che sarai un anno di battaglie, magari se potessi concedermi un campo di battaglia un po' meno sfavorevole, te ne sarei grato.
Ti chiedo solo che tu possa essere il primo anno di una nuova vita ben spesa.
Druso è morto nel 2020 ed ora sono nella fase di transizione verso Marco: la battaglia più dura che abbia mai affrontato. Ho regalato al 2020 la mia corazza, abbracciato la mia fragilità ed ora attraverso l'abisso che ho osservato a lungo, come un equilibrista su un filo. Cadere giù, finendo di nuovo tra le braccia della depressione (che non è tristezza, come pensano molti, ma apatia), nel ripetere gli stessi errori cagionati da qualcosa accaduto nell'infanzia (cosa? boh... sono in analisi per questo), è un attimo, ma per la prima volta non sono aggrappato a illusioni o vane speranze, ma al mio cuore che arde come non mai e al mio intelletto che adesso accetta il cuore e la pancia e collabora con loro. 
L'Io non è padrone a casa sua, schiacciato tra Es e Superego, ma questa volta ha deciso di seguire le pulsioni dell'Es, anziché rifiutarle e ridimensionare quel Superego che da sempre funge da ancora, creandosi un cantuccio felice in cui vivere e operare, nonostante quei due.
Quali siano i desideri in fondo al mio cuore e i sogni nel cassetto lo sai, perché sei il tempo e il tempo sa tutto. Dammi solo una battaglia per il miglioramento che sia degna di essere combattuta, che faccia di me l'alchimista, creatore d'oro, che ambisco a diventare, per fare realtà di ciò che sogno.

Marco Drvso

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