Si narra che quando Neil Armstrong fosse ancora un bambino, la sua palla da baseball finì nel giardino dei vicini: la famiglia Gorsky. In quel frangente, il giovane Neil sentì la signora Gorsky gridare una frase al marito e ne rimase segnato.
Prima della famosa "l'aquila è atterrata" e dell'ancor più nota "un piccolo passo per un uomo...", Armstrong disse "Buona fortuna, signor Gorsky". Fino agli anni '80, nessuno seppe cosa volesse dire. Si pensò a un cosmonauta sovietico, o similia. Fu Armstrong a svelare l'arcano, circa 20 anni dopo, precisando che anche lui aveva sentito quella storiella fantasiosa. Questo è uno dei tanti aneddoti e leggende legati alla missione Apollo11.
Sono passati 40 anni da quel fatidico 20 luglio e con un filo di amarezza guardo quelle immagini, per la duecentesima volta.
Trascuriamo la questione sulla veridicità del filmato. Il filmato è palesemente falso, ma credo che la causa sia legata a problemi tecnici. Secondo me sono arrivati sulla Luna, altrimenti i sovietici li avrebbero pesantemente sputtanati.
La tristezza è legata ad una occasione persa per il mondo. Eravamo arrivati così in alto da vedere il mondo e cancellarlo con il pollice. Si doveva aprire una nuova era. Le persone avrebbero dovuto capire che il mondo è uno e noi ne siamo parte. Invece...
La gara tra sovietici e americani su chi lo aveva più grosso (il missile) finì in sostanziale parità, quando la MIR fu fatta schiantare e il mondo rimase impantanato nella sua follia.
Anche dal punto di vista tecnologico, non si ebbe il grande balzo verso la colonizzazione del cosmo.
Alla fine si ebbe solo il piccolo passo per un uomo.
Speriamo, almeno, che la signora Gorsky abbia mantenuto la promessa: "sesso orale, solo quando il figlio dei vicini poggerà piede sulla Luna".
Marco Drvso
Nessun commento:
Posta un commento