giovedì 17 settembre 2020

Come le zanzare

Come una zanzara, che nel pieno della notte provoca prurito e fastidio, col suo ronzare ininterrotto, alcuni pensieri, in certi periodi, attanagliano la mente. Alcuni sono fastidiosi, altri sono rumorosi e altri fanno male o malissimo. Non importa cosa si stia facendo, si presentano senza avvisare e come una zanzara ronzano fino al momento in cui li si scaccia, ma come con le zanzare, può essere arduo.
L'insetto fastidioso che ti sveglia nel cuore della notte e non ti permette di dormire. Si può provare ad accendere la luce e iniziare la caccia, ma si nasconde, fino al momento in cui la luce è nuovamente spenta e il sonno prova a tornare. A quel punto, le possibilità sono solo 2: cercare di ignorarla o armarsi di pazienza, seguirla e al momento giusto, quando si posa (possibilmente su un mobile o un muro, tirarsi le sberle da solo può essere doloroso, oltre che stupido) e colpire con spietata precisione, senza esitare.
Con i pensieri molesti va seguita la stessa tattica. Vanno accolti e seguiti, senza opporre resistenza, altrimenti ci si può ritrovare alle 4 del mattino, a girare come una trottola, fumando un milione di sigarette. Una volta accolti, bisogna porsi la domanda: è qualcosa che posso risolvere?
Se la risposta è affermativa, si sposta la forza che ha nel darci fastidio, verso la risoluzione. 
Se è negativa, possiamo solo capire cosa ci stia facendo male e perché, smontandolo come se fosse del lego, senza aver paura di cosa ne uscirà. Prenderne ogni frammento e studiarlo col rigore dello scienziato, la curiosità del bambino e la spavalderia dell'eroe, che va incontro al drago. Quel drago che grida -devi!-, come nell'allegoria di Nietzsche, ma spesso grida anche altro: ognuno ha il suo. Guardarlo negli occhi, anche se fa paura e lentamente vederlo dissolvere, con la consapevolezza che spesso quel drago è una parte di noi, che devia il dolore verso altro, perché la natura umana rifugge il dolore.
Bisogna andargli incontro nudi, privi di armi, solo con la consapevolezza che quel drago è una opportunità di cambiare e gettare via il piombo che non fa volare e, talvolta, ottenerne metallo pregiato.
Quando il drago è sconfitto, di lui resta solo una zanzara su un muro.

Marco Drvso

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