venerdì 15 febbraio 2008

Nel nome di chi?

In nome del laicismo e della libertà di opinione, valori che reputo più importanti della religiosità, seguo l'esempio dei giornalisti danesi (gente con le palle, altro che vespa & co.), pubblicando la vignetta satirica che trovo più divertente, tra quelle viste.
Finalmente, uno stato europeo ha deciso di seguire la propria identità, senza cadere nel falso buonismo all'italiana. In Danimarca c'è diritto di informazione e satira, quindi, si possono trattare tutti gli argomenti. Chi non è d'accordo, non è tenuto ad immigrare in quel paese.
Sono il primo a volere integrazione tra immigranti ed autoctoni, ma è giusto ricordare che le regole le detta il padrone di casa. Come non andrei in un paese mussulano a fare proselitismo ateo ed insultare le loro tradizioni, pretendo che facciano la stessa cosa in Europa.

W LA DANIMARCA

Drvso

ps
non è razzismo, è solo volontà di poter disporre, nella propria casa, delle proprie regole. Tempo fa ho sentito un'intervista ad una donna mediorientale che disse "Non dovete assecondare le richieste di certa gente. Se abbiamo scelto di venire in Italia, il motivo è la volontà di vivere in un paese diverso, in cui regna un'altro modo di vivere. Se volevamo burqua e sharia, restavamo nel nostro paese".

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