venerdì 17 ottobre 2008

Il male

Ieri sera ascoltavo Criminal zoo, una trasmissione sui serial killer diretta da Mazzoli (sì, quello del mitico Zoo di 105), con il criminologo Massimo Picozzi. Un programma serio, malgrado tutto. Durante la trasmissione, mi sono imbattuto nel nome di Richard Leonard Kuklinski e, per gioco, ho raccolto qualche informazione sul suo conto, scartabellando in rete.
Prima di andare oltre, consiglio la visione di questo filmato trovato su youtube. È la puntata di un programma rai, condotto da Picozzi.

Non si può negare che Kuklinski fosse la reale personificazione del male, come lo intende la morale pubblica. Uccideva senza alcun problema, dimostrando una certa artisticità, frutto della metodica ricerca di nuovi sistemi per uccidere. I nazisti erano dei dilettanti, a confronto.
Un personaggio, a modo suo, affascinante e ricco di contraddizioni che esulava dall'immagine classica dell'omicida. Aveva un codice etico che gli impediva di uccidere donne e bambini (non a caso detestava il fratello). Marito modello e padre esemplare (tranne durante gli attacchi d'ira...), in netta contraddizione con lo stereotipo del serial killer, malgrado i 200 omicidi confessati.
Leggendo parti della biografia di questo personaggio, sono sorte varie domande. La più inquietante riguarda la possibilità di considerarlo una vittima, un prodotto della società americana, della povertà, della condizione sociale. Indubbiamente, soffriva di svariati disturbi.
Ciò che più mi assilla è: chi era peggio tra lui e i suoi mandanti?
Il male è un individuo con tare mentali, cresciuto in un ambiente disagiato che sviluppa una personalità violenta e uccide, oppure è l'uomo per bene, dalle mani pulite, che ha causato sofferenza e morte a svariate persone, senza mai uccidere personalmente? Era peggio Kuklinski, il sociopatico violento, o Gambino, il boss di New York, nonché fruitore dei servizi di Kuklinski?
Chi è peggio tra lui, il costruttore che fa strade e viadotti al risparmio, il banchiere che dissangua i correntisti deboli (in particolare persone anziane e ignoranti, cui rifilano azioni pacco), il primario con laurea comprata che gestisce a cazzo l'ospedale, il politico che accetta tutto questo dietro lauto compenso?
Sono contento che questo soggetto sia finito in galera a vita, morendo dietro le sbarre. Sono il primo a ritenere necessaria l'eliminazione sociale di certi personaggi (rinchiusi! la pena di morte è, comunque, contro la mia morale). Mi angustia il fatto che in circolazione vi sia delle gente peggiore. Kuklinski uccideva a sangue freddo, provando ammirazione per il suo lavoro, ma gli altri elencati sono causa di tante altre morti, spesso in quantità maggiore.
Ancora una volta, la definizione di male non può essere univoca e non credo possa esistere. Affrontando il più spietato serial killer, si possono trovare giustificazioni al suo comportamento e, nel contempo, si può prendere la brava persona e ribaltarne l'opinione, analizzando le conseguenze delle sue azioni.

Drvso

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non sono giustificazioni quelle che puoi trovare dietro un serial killer, infatti niente può giustificare questo tipo di comportamento. Piuttosto puoi trovare dei fattori che hanno contribuito (anche pesantemente) a creare la persona disturbata.
In ogni caso il serial killer, il medico o il politico sono accumunati dal fatto che il loro interesse è centrato esclusivamente su loro stessi senza curarsi delle conseguenze.