In verità, questo sarebbe dovuto essere il primo post sulle rose, ma ho preferito iniziare dal sentimento che preferisco, l'amicizia.
Il colore di queste rose da il nome alla specie e, giustamente, hanno il significato più ampio: sentimento. Regalare una rosa rosa è esprimere un sentimento verso una persona, senza specificarne esattamente la natura, come accade invece con le gialle e le rosse.
Il termine sentimento è qualcosa di talmente vasto da esulare ogni definizione. Può essere indirizzato ad una persona, a un animale, a un hobby, a tutto e tutti. Può essere positivo (es amore) o negativo (es odio). Un sentimento è un sentimento, punto e basta!
Così sono le rose. Sono belle, soffici, spinate e, potenzialmente inutili. Scaldano il cuore e allietano lo spirito, ma non profumano, né producono frutti commestibili. Una volta sfiorite sono solo arbusti colmi di spine aguzze, come un sentimento analizzato superficialmente.
Dai petali si estraggono essenze usate anche per preparare farmaci. Stese sulla recinzione del giardino sono un ottimo deterrente per i ladri di polli (chi ha avuto a che fare con le rose rampicanti sa a cosa mi riferisco). Se poi si prende in esame tutta la famiglia delle rosaceae, fantastici fiori generalmente dai cinque o più petali (esclusa la rosa sericea, unica nel gruppo con 4 soltanto), disposti nei modi più disparati, è doveroso elencare il fiore rosa della caducità e del divenire, il ciliegio, seguito da altri fiori dal frutto prelibato, come il mandorlo, il susino, il pesco e l'albicocco, tanto per citarne alcuni.
Il sentimento è prova di consapevolezza. Non si può provare qualcosa, senza essere consapevoli dell'oggetto del proprio sentimento e del sentimento stesso. Se "penso, dunque sono", allora "sento, dunque vivo" è nella natura umana, sentire e pensare sono collegati.
Non è un caso se dal fiore del sentimento si sviluppò il frutto della conoscenza: malus domestica, della famiglia delle rosaceae, meglio noto come melo. Un fiore bianco per un frutto rosso.....
Marco Drvso
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