martedì 8 settembre 2009

Fallace e gaffeur

Ovvero: tutti i miei sbagli.

Tranquilli, non sarà una digressione su tutti gli errori di una vita, a partire dal ricordo più remoto (avevo circa 2 anni) ad arrivare a questa mattina. Non mi basterebbe un anno ad elencarli tutti (e sfortuna vuole che abbia un'ottima memoria, anche se talvolta va stimolata).
Mentre mi accingo a riflettere sugli sbagli, seguendo il ragionamento di questi ultimi post, vengo a conoscenza della morte del più grande tra i gaffeur: Mike Bongiorno. Direi che è finito un capitolo di storia. Con lui, finisce un'epoca.

Potrei dividere gli sbagli in errori e gaffes, a loro volta suddivisibili in sottocategorie.
Le gaffes, generalmente, sono da attribuirsi a stanchezza, distrazione o semplice attacco di timidezza. Di solito, non sono dannose, salvo in presenza di persone particolarmente permalose... Le gaffes non fanno male e, ripensandoci tempo dopo, solitamente mi fanno ridere.

Sono gli errori quelli più difficili da digerire. Quelli che hanno cagionato male altrui e quelli nati da situazioni in cui mi sono fatto infilare, malgrado l'istinto mi gridasse di comportarmi in altra maniera (ovvero, non fare il gioco altrui), sono quelli che fanno male, anche dopo tanto tempo. In ogni caso, l'errore è sempre una mancata valutazione dei danni a breve e lungo termine. Se avessi avuto la mente lucida di valutare i pro e contro, forse non avrei fatto certe cose. Dico forse, perché alcuni errori erano voluti e solo il tempo mi ha dato torto.
Errori che si fanno per giusta causa. Errori per rabbia. Errori per coglionaggine. Errori puri. Errori innocenti. Quanti errori...
Dell'ultima infornata, da cui sono scaturite le famose lezioni citate in precedenza, una sola cosa mi rode dentro: aver rovinato un rapporto con una persona che iniziavo a conoscere, la cui compagnia è sempre stata fonte di piacere. Mi riferisco alla vittima innocente della guerra in atto tra me e un'altra persona.
Devo ammetterlo: non che abbia fatto una gran figura in Giappone... Potrei trovare mille scusanti, ma come ho scritto, con le scusanti non si va da nessuna parte. Se devo sentirmi in torto con qualcuno e chiedere scusa, certamente è la rosa bianca. Sul finale, quando sono riuscito a passare definitivamente dalla parte del torto, sono riuscito a farla incazzare ben bene.
Erano dieci giorni che sopportavo gli sbalzi d'umore di una certa persona, rispondendo con magnifiche cadute di stile (e in quello so essere maestro, quando mi impegno e temo di essermi impegnato), usate per riuscire a smuovere le acque e, magari, litigare, per uscire da quella situazione di mutismo reciproco. Ho sbagliato. Quando siamo arrivati a Tokyo ne avevo talmente pieni i coglioni, con un mal di testa montante che è esploso al mio compleanno (è durato 4 giorni)... da quel momento rispondo solo parzialmente delle mie azioni. Ho idea che abbia perso la pazienza la sera in cui anziché andare al compleanno di qualcuno, ho preferito girare la notte per Tokyo. Una passeggiata istruttiva.
Pur rispondendo parzialmente, la cazzata è fatta e pago in toto.
Pago per essere stato così idiota da stare al gioco al massacro messo in piedi da una certa persona e non essere stato capace di uscirne al momento giusto. Pago la mia idiozia e a nulla vale che avevo avvisato prima che in caso di caldo forte e mal di testa, bisogna evitarmi. Ho 30 anni devo sapermi controllare!
Direi che ho perso su tutta la linea.
Questo è il cruccio peggiore di tutta la vicenda. Naturalmente, per non smentirmi, oggi ne ho combinata un'altra: le ho scritto, chiedendo se potesse girare una certa foto ad una certa persona (non pensate male, era uno scatto che ho fatto per cortesia ad un pezzo di carta). Non penso di aver fatto una bella figura....
Spero, con il tempo, di riuscire a ricostruire quell'amicizia che stava nascendo, perché è una persona con cui vale la pena di parlare e passare il tempo (non pensate subito male!). Una persona che ha una testa invidiabile, con cui ho scambiato impressioni e fatto discorsi piacevolissimi, purtroppo viziati dalle questioni introdotte nei post precedenti. Ora che sono cresciuto, almeno spero di esserlo, vorrei confrontarmi ancora con lei.

Già gli errori. A fatica comincio ad accettare di essere solo un uomo, quindi, affetto da normale fallacità. Per non sbagliare, tante volte ho commesso errori, grossi. Lo specchio su cui ho battuto il muso in Giappone è servito a capire tante cose che, con grande fatica, sto mettendo in atto in questi giorni, nella speranza di migliorarmi e non scadere più in certi errori.
Credo di aver imparato la lezione e con l'influenza che sto covando, avrò qualche giorno in più per riflettere (mal di testa permettendo).

Marco Drvso

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