E se tutti i mali del mondo si riducessero a 3, da cui derivano gli altri?
Interagendo con le persone, leggendo testi di varia natura, informandomi sull'attualità, vedendo film, è sorto questo grande dubbio. Racchiudere tutti mali, la follia dei gesti e dei pensieri umani a sole 3 mancanze, da cui scaturisce tutto: incapacità di ridere, poca poesia e poca cultura.
Per quanto possa sembrare assurdo e riduttivo, credo fermamente in questa mia idea. Analizzando le persone che si sono distinte in negativo, balza agli occhi che avevano tutte lo stesso difetto: prendersi troppo sul serio. Incapaci di godere di quell'istante di piena libertà, che ravviva la giornata, in cui si lascia perdere tutto e ci si dedica a sé. Il momento in cui anche la cosa più nera mostra il suo lato più bello. Quel po' di leggerezza e di stupidità di cui canta Battiato. La risata liberatoria che predispone la mente ad un nuovo e miglior punto di vista, grazie a questi momenti in cui vale la pena vivere. Queste persone incapaci (passatemi il termine), vivono una esistenza problematica e fanno di tutto (magari inconsciamente) per rovinare l'esistenza altrui.
Non so definire se l'incapacità di ridere sia una causa o un effetto della mancanza di poesia. Per poesia intendo l'armonia di vivere, essere una parte armonica del mondo, quella grazia (innata, in pochi fortunati) che è dei grandi maestri. Un equilibrio, quasi perfetto, tra l'appagamento del sé e del mondo, in cui si riesce a percepire la vera essenza e si Vive.
Provo a spiegarmi con qualche esempio.
Socrate che chiacchiera con i suoi amici e li consola, prima di bere la cicuta: è poesia. I soldati francesi e tedeschi che nel natale del 1914 uscirono dalle trincee e festeggiarono insieme, con una partita di pallone: è poesia. Un genitore che, malgrado tutti i problemi, riesce a sorridere ai figli e infondergli ottimismo: è poesia.
Mancanza di poesia e incapacità di ridere che sta contagiando tutti. Ultimamente è diventata una tragedia, tentar di parlare. Son tutti incazzati! Contro chi, non mi è chiaro: dipende dalla giornata, dal titolo sul giornale e dallo stato su facebook. Se poi si chiede loro della ragione per cui siano incazzati, la risposta è deprimente, ammesso che la si comprenda.
Sono il primo a dire che questo è un momento tremendo e c'è poco da ridere, però un eccesso di incazzatura è controproducente. Per prima cosa, perché tra incazzati non si parla, quindi non si giunge ad una soluzione, ma ci si limita a rinfacciare colpe.
Limitare il tutto a poca armonia e scarsa risata, però, non è sufficiente. Con queste due cose si comprendono bene i grandi inquisitori e personaggi simili, ma si perderebbe il meglio del peggio dell'umana specie.
Con cultura non intendo lo sterile sapere che si insegna a scuola (anche quello). Mi riferisco alla sapienza che insegna la vita, cui vanno assolutamente unito il sapere scolastico, la comprensione e lo spirito critico; questi ultimi rientrano anche nella poesia e nel ridere. Per farla breve: i dotti economisti che stanno trascinando il mondo nel baratro hanno una grande conoscenza delle loro arti, ma gli manca il sapere fondamentale del vivere (salvo che non lo facciano per un fine nobile, che potrebbe esistere, ma lo escludo). Esempio analogo si può fare per quella massa di arraffoni che ha affossato il paese: gente fondamentalmente ignorante. A tutti loro manca la sapienza che eleva l'uomo al di sopra di tutto, la "virtute e canoscenza" di cui scriveva Dante.
In tutti noi ci sono lacune, per quanto concerne questi 3 fattori ed è quasi colmarle. Scegliete un personaggio storico o qualcuno intorno a voi che sentite di poterlo considerare, con tutta la presunzione che si ha nel giudicare il prossimo, una persona "malvagia" e analizzatela alla luce di queste mancanze.
Ditemi voi se sbaglio.
Marco Drvso
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