Arrivati al 20 gennaio, se dovessi scegliere le parole o le espressioni che da sole riassumono la situazione, sarebbero: "vada a bordo, cazzo!" e "forconi".
L'anno vecchio è finito tra buone premesse per il futuro e quello nuovo è iniziato malissimo (e non mi riferisco allo sguardo truce di Sara al mio risveglio, dopo essere collassato per congestione e eccesso etilico, nel bagno di Ale).
Dal punto di vista "mondiale" stiamo andando alla deriva, comandati da personaggi senza arte né parte. Siamo passati da un imbecille patentato (il truccatissimo coi tacchi), che nel momento della tragedia si ostinava a decantare ottimismo, facendo perdere al paese ogni briciolo di credibilità, ad un personaggio che stimo, ma è troppo legato ad una visione del mondo che si dimostra ogni giorno più fallimentare. Il solo risultato di ciò è la sacrosanta rivolta dei forconi in Sicilia, che si sta espandendo anche ad altre regioni.
Non pensate che sia un fenomeno italiano. Venti di rivolta soffiano in tutta Europa, per questioni analoghe, tutte legate alla guerra non dichiarata del rating, dell'euro e di altri magheggi finanziari che stanno soffocando il popolo. È in atto la terza guerra mondiale e la si sta combattendo in maniera non convenzionale.
Parlo da imprenditore. In questi anni ho visto ridursi drasticamente la quantità di denaro che resta in cassa a fine mese ed aumentare vertiginosamente i costi e le tasse, senza averne beneficio. Sono ben felice di pagare per avere ospedali gratuiti, strade ben fatte, scuole d'eccellenza, etc, ma il risultato sono strade fatiscenti (certe volte mi sembra di girare per il terzo mondo, senza muovermi dalla Lombardia), ticket sanitari, scuola in rovina, etc. La verità è che larga parte del gettito fiscale si perde a favore dei soliti noti. Non farò esempi, mi limito a consigliarvi di leggere con attenzione i giornali. Ovviamente le tasse continuo a pagarle tutte, ma con la consapevolezza di essere derubato.
Questa carenza di contante mi sta incasinando l'esistenza. Per fortuna, ancora mangio ancora (molti non hanno questa fortuna), ma non ho modo di muovermi su certe vie che vorrei intraprendere, a causa dell'impossibilità di investirvi il giusto denaro. Ho davanti a me la realizzazione di un sogno che inseguo da anni e mi tocca procrastinare a tempo indeterminabile. Senza contare spese che dovrei fare per questioni urgenti, ma sono rimandate anche quelle.
Siamo in una fase in cui chi dovrebbe mantenere la rotta non lo fa o cerca di rimediare ai danni di precedenti amministrazioni (non riesco ad incazzarmi troppo con Monti, considerato lo sfacelo che si è trovato) e chi si trova fuori dai giochi è obbligato ai salti mortali per non finire in mare e a manovre inconsulte, tipo minacciare il potere con forconi e furgoni.
Malgrado tutto ciò, sono ottimista. Credo la crisi possa far rinascere un sentimento di unità tra le varie anime del paese e, magari, dell'Europa. Ho visto un cartello al tg, tassisti milanesi che mostravano la scritta "Milano ringrazia Napoli", in merito alla scossa che hanno dato per far nascere la protesta (su cui non prendo posizione, perché in parte la approvo e in parte la contesto); autotrasportatori che marciano insieme a negozianti, pescatori, agricoltori e studenti.
Forse, dopo 150 anni, si stanno facendo gli Italiani.
Forse sono un inguaribile ottimista.
Marco Drvso
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