mercoledì 2 gennaio 2013

Ogni giorno si crea il mondo

Mi faccio violenza fisica (in senso figurato) e ricomincio a scrivere.
Dopo tanta inattività è difficile ripartire; difficile, ma necessario, per non impantanarsi in questo stato di apatia che mi ha assalito. Un tempo chiamavo il mio angolo di tenebra, i giorni passati a leggere, riflettere e stare da solo, senza produrre alcunché. Periodi apparentemente improduttivi, tempo perso direbbero molti, che se saputo sfruttare è ottimo per riordinare le idee, purché non duri oltre un certo lasso. Questa volta, oltre alle faccende personali si è aggiunta la situazione ambientale. Non so voi, io mi guardo intorno e vedo solo macerie. Tutto questo è demoralizzante, ma è stato lo spunto migliore per iniziare ad ampliare le mie conoscenze in campi ignoti, come la finanza e la moneta, oltre ad un sacco di altra roba. In parte ozio produttivo, in parte perdita di tempo e della cognizione dello stesso.
Sui primi argomenti citati, di più scottante attualità, non intendo soffermarmi, perché esulano dallo scopo prefissato e perché richiederebbero una lunga trattazione, alla quale non sono ancora pronto. Mi limito a ribadire il disprezzo per l'attuale governance europea e sul modo idiota e criminale in cui sono gestite la bce e tutta la questione euro. Rivoglio la sovranità. Il sottoscritto non voterà alcuno dei partiti che ha appoggiato il colpo di stato che ha portato Monti al potere.
Quel che mi interessa esporre è qualcosa di più grettamente filosofico. Qualcosa che non riempie la pancia, non salva le aziende in crisi, non risolve i problemi dello stato, ma offre un nuovo modo di vedere il mondo. Frutto di riflessioni nate da una miriade di fonti, alcune che potrebbero anche definirsi puerili, altre parrebbero bizzarre, altre sono fonte di universale approvazione. Quali siano le fonti, però, è secondario, perché ogni ogni cercatore ha il proprio 道 (dō: via, cammino) che porta a mete inattese, attraverso strade personali e non ha senso descrivere il cammino. Come prescritto dagli antichi, il cammino o processo di crescita, inizia al buio. Il buio di questi giorni (che per puro caso hanno coinciso col periodo più buio dell'anno). Voglio descrivere una tappa di comprensione.
Come ho avuto modo di scrivere in passato, ognuno di noi è il centro di un universo locale, meta delle nostre percezioni e origine delle nostre azioni, in apparente complicatissimo rapporto di coesistenza con gli altri universi locali. Ho in mente un'immagine del XVI, in cui si descrive l'universo tolemaico, con al centro della geosfera una figura umana. Una persona circondata da sfere concentriche che partono dalla terra e giungono alle stelle fisse, passando dall'acqua, l'aria, il fuoco e i sette pianeti.
Ovviamente siamo nel campo del simbolismo, quindi bisogna distinguere il significato dal significante e cercare ciò che l'autore vi ha nascosto dentro (ovviamente l'errore è sempre in agguato, ma anche quello è parte del cammino).
Le sfere concentriche sono il piccolo universo che circonda ogni persona, fatto di interazioni e affetti. Un piccolo universo che ogni giorno creiamo e distruggiamo, il più delle volte senza rendercene conto. Ci sentiamo in balia degli eventi e non ci rendiamo conto del potere creativo che è nelle nostre mani. Ogni nostro pensiero, sentimento, gesto, etc, è il nostro fare e il fare è la forza che crea il nostro universo locale, nel quale siamo più che il fulcro: siamo veri e propri demiurghi (ovviamente, entro i limiti dettati dalla natura umana e dalle interazioni esterne, che sempre in forma allegorica potremmo definire interazioni con gli astri; una sorta di oroscopo personalizzato).
Ogni giorno possiamo dare un nuovo inizio a questo nostro universo, modificando noi stessi. Ogni giorno, se si decide di cambiare rotta, è un nuovo inizio, un nuovo capodanno.
Potrei scrivere 3 pagine di citazioni, per esemplificare, ma lascio ad ognuno di voi la ricerca del proprio io, della propria via e l'attuazione del proprio fare. Quel che posso consigliare è di cercare nella saggezza di chi è venuto prima e di chi ci circonda il senso della coesistenza e la ricerca delle stelle. Ognuno legga le allegorie a suo modo.
Buon 213

Marco Drvso

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