Non pensavo di aver così tanta polvere da togliere e tanto ciarpame da eliminare. Tra chi ho ricontattato (non era tanta gente, per fortuna) c'è chi ha parlato civilmente e chi non ha voluto ascoltare., facendosi dei film allucinanti. Non che abbia fatto chissà quali discorsi o mi sia presentato in maniera assurda. Ad un paio di persone dovevo delle scuse (scuse per la mia parte e per certi atteggiamenti, per le quali mi prendo le mie colpe, anche se ad analizzare l'intere questione so che ne meriterei tante di scuse, ma non mi interessano: devo sistemare il karma, non l'orgoglio) ed un paio le dovevo salutare per chiudere definitivamente. Un paio di persone si sono fatte dei film allucinanti, tipo ritorno di fiamma, ma hanno capito malissimo (se da 3 anni sto con la stessa persona, un motivo ci Sarà...).
Trascurando i cieli esterni del mio universo locale, che si sono intersecati con quelli di altri universi locali, il mio scopo è stato fare un giretto al di sotto della superficie, nel mio inferno privato, alla ricerca di risposte, fin nel buco più oscuro dove si nasconde quel che nego anche a me stesso (alcuni diranno che mi sono fissato troppo su questa rappresentazione umana a cavallo tra Tolomeo e Dante, ma la trovo talmente calzante che non riesco a trovare di meglio).
Ho lasciato perdere le grandi domande della vita, perché non erano inerenti a quanto stessi cercando e perché essendo 42 l'unica riposta sensata, non valeva la pena, quindi ho preferito concentrarmi su di me e capire cosa in certe reminiscenze, talvolta, mi turbasse il sonno.
È stato istruttivo e liberatorio. Ho compreso il perché di certe cose, accettato vecchie situazioni, capito alcune scelte e analizzato il loro impatto, sul mio quotidiano.
È stato un viaggio interessante, durante il quale ho affrontato anche un paio di draghi, abbattendo alcune residue paure. La paura è l'unica cosa da temere, nella vita. Talvolta la cosa che più fa paura è una stupidata su cui si deposita tanto altro e ci inibisce la vita. bisogna scovare quel qualcosa ed estirparlo; è un imperativo categorico, affinché si possa proseguire il cammino. Bisogna capire ed accettare i propri errori (soprattutto perché la vita non ha il tasto di riavvolgimento), affinché non siano rimpianti, ma nuove partenze. È stato un lavoraccio, ma ne è valsa la pena.
Bisogna liberarsi del piombo che avvelena l'anima, se si vuole avere l'oro.
Marco Drvso
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