giovedì 11 aprile 2013

Parlando di morti

È notizia di questi giorni il decesso della Thatcher, un fatto che ha avuto una grossa eco mediatica, nel bene e nel male. Lungi da me dispiacermi o scrivere un pezzo alla sua memoria, ma le riconosco di aver avuto un peso fondamentale nella storia moderna.
Non nego che, appena appresa la notizia, mi sia scappata una battuta infelice. Ho detto "una stonza in meno!" e non nego che mi sia uscito dal cuore. La sua politica basata sul liberismo sfrenato e la sua ideologia che mirava alla distruzione della società, a favore del più becero individualismo, sono quanto di più lontano dalla mia visione del mondo. Non penso di esagerare quando dico che tanto della decadenza occidentale sia dovuto a quel modo di pensare e agire.
Un conto, però, sono le esternazioni estemporanee di un privato, espresse mangiando davanti al tg, un altro sono alcune dichiarazioni che ho letto e sentito in questi giorni.
Posso comprendere la manifestazione dei minatori gallesi, scesi in piazza fare festa, al grido "è morta la stronza!". Non sono state il massimo della eleganza, ma hanno ripetuto quel che dichiarano da anni, salvando la coerenza. La insultavano anche in tempi non sospetti.
Quel che mi sta dando non poco fastidio sono il compiacimento sui social network e le dichiarazioni di certi personaggi famosi.
Parto dalla vox populi digitale. Chi, come me, ha insultato la Iron Lady in tempi non sospetti, motivando gli insulti, non si è preso la briga né di compiangerla, né di insultarla, perché nel primo caso sarebbe stata ipocrisia e nel secondo sarebbe stato inutile (insultare un morto non ha molto senso), al massimo ci si è limitati ad un discorso civile sul suo pessimo operato. Non capisco chi si sia lanciato in moti di gioia, seguendo l'onda, né tra chi la rimpiange seguendo l'altra onda, senza aver mai discusso né approfondito la sua politica. Ho trovato entrambe le posizioni di assoluto pessimo gusto. Sono dell'opinione che se non si possa parlare bene di un morto, tanto vale non parlarne, soprattutto quando i commenti sono privi di qualunque base concreta. Mi spiego meglio: accetto che si dica "la sua politica ha rovinato il mondo, per questo e quel motivo", ma non frasi di insulti, privi di motivazioni.
Per quanto concerne i commenti di certe personalità, ho visto quanto di più ipocrita si potesse produrre. Tra chi ha incensato la sua folle politica (sua e del suo compagno di merende e pessimo attore) e chi ha lanciato insulti a caso, ho letto cose che noi umani non potremmo neanche immaginare.
Ho apprezzato alcuni articoli in cui si discuteva della sua impronta nella storia; articoli spesso critici, ma scritti con uno stile impeccabile e la giusta dose di imparzialità. Imparzialità che talvolta cadeva nei confronti degli incensatori (ma si insultavano, educatamente, persone che possono rispondere, quindi va bene). Ho apprezzato anche articoli a favore, scritti bene, che non scadevano nella prosopopea, né nella più becera santificazione. Purtroppo il grosso, sia da una parte che dall'altra, è un aggregato di spazzatura.
Per quanto concerne le dichiarazioni ufficiali, passino i messaggi di cordoglio, che normalmente tendono ad essere sempre buoni e ad esaltare il meglio (come insegnava Gino Bramieri, riguardo alle scritte sulle lapidi: "Era tanto buono, era tanto bravo... Ma i figli di troia dove li seppelliscono?"); mielosi, ma comprensibili.
Chi mi ha fatto incazzare oltre misura è stato Prodi. Ha ragione quando sostiene che la causa della crisi sia da ricercarsi nelle politiche ultra liberiste del duo Thatcher-Reagan, ma chi ci ha ficcato nella trappola dell'euro non può permettersi di criticare altri, soprattutto post-mortem. Se lo avesse detto una settimana fa, mi sarei limitato a dargli dell'ipocrita (lo stipendio della Goldman Sachs non gli faceva così schifo, né l'aver aiutato il sistema speculativo a danno dell'economia reale e del benessere del paese, insieme ai suoi compagni di lavoro e merende!) che ogni tanto ne dice una giusta, ma detto ora, è solo una pessima figura.
Non avrei mai pensato che si potesse essere tanto ipocriti. È vero che larga parte della crisi sua dovuta a certe politiche di una certa destra, ma non dimentichiamo le sinistre che hanno fatto l'unificazione monetaria, hanno votato alcune leggi che neanche il più liberista avrebbe sperato di veder approvare (compreso il divorzio tra banche centrali e governi, la creazione di quel mostro che è la BCE ed altre porcherie) e, soprattutto: è stato Clinton ad abrogare la legge che separava banche d'affari da banche commerciali. Diamo a Cesare quel che è di Cesare.
A mio avviso si può criticare e attaccare chiunque, finché questi è in questa valle di lacrime e può reagire (la musica e l'arte inglesi sono pieni di esempi di insulti più o meno duri a lei e alla regina), ma il compiacimento per la morte altrui o le critiche tardive sono solo pessimo gusto e scarso coraggio. Una volta morto si può parlarne, ma sarebbe buona creanza evitare i giudizi sprezzanti che non si è avuto il coraggio di dire in vita. Soprattutto, non si gioisce della altrui morte, perché è di pessimo gusto e per le regole del karma nulla vieta che alla nostra morte qualcuno pisci sulla nostra tomba.
Era una stronza? Probabile. Ha seguito ideali folli e la sua politica è stata una iattura per il mondo? Certo che sì (secondo il mio punto di vista). Ma certi giudizi si possono dare in vita e, se dati per tempo, si possono ribadire anche dopo, ma con la giusta creanza verso chi non può rispondere.
Il discorso è applicabile a tanti altri casi, ho approfittato di questo perché è fresco e se ne parla ancora molto. A questo punto temo il giorno in cui moriranno il nano o il baffetto, per il festival del pessimo gusto. Non sprecherò una sola lacrima per loro, ma visto il disprezzo che provo per loro in vita, non sprecherò neanche tempo ad insultarli.


Marco Drvso

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