mercoledì 7 ottobre 2020

Né sopra, né sotto, né indietro, solo avanti

In questi giorni di riflessione e nuovo cammino, mi è tornato alla memoria uno dei pochi commenti ricevuti sul blog, risalente al secondo post, nel lontano 2007. All'epoca il blog si chiamava "il grande: boh?", poi ho scoperto che Jovanotti aveva usato lo stesso titolo....
Un seme gettato al vento, che solo ora sta germinando.
Sono giorni folli in cui sto riprendendo in mano la mia vita, dopo un sonno durato troppo a lungo. Mi sono goduto qualche mese di quiete e da oggi ho seriamente iniziato a cercare lavoro (ho passato ore tra offerte e telefonate). 
Avevo davvero bisogno di un periodo sabbatico, per rimettere a posto le idee.
Il seme gettato dal buon Leonardo, una delle persone più dotte che abbia conosciuto, è il seguente (vile copia-incolla del commento): "Succedente aleph è beth, la lettera principiante Bereshit. Beth, nelle usuali notazioni a stampa, sembra una "c" con l'apertura a sinistra invece che a destra, e fa un angolo retto in basso a destra (altrimenti sarebbe una khaf, più simile ad una speculare c). Scrivendosi in ebraico da destra a sinistra (gioia dei levochiri), la Torah inizia con una lettera chiusa in alto, in basso e all'inizio, ed è aperta solo in direzione della lettura. Altrimenti detto: non ti preoccupare di ciò che sta sopra di te, ciò che sta sotto di te (che i rabbini siano contro la substantia?) e ciò che ti lasci alle spalle, ma guarda solo in avanti verso il futuro. Da qui la concezione lineare del tempo, con buona pace degli ourobori di indo-europea memoria". Ho sempre adorato la sua dotta ironia.
Nota: prima che qualcuno storti il naso: parla di ebraismo con cognizione di causa, non è un semplice appassionato di tale cultura, come il sottoscritto.
Bereshit (בְּרֵאשִׁית)è la prima parola della Torah (segue la lettera aleph, in questo caso usata come numero del versetto) e può essere tradotta con "in principio", "all'inizio" o più semplicemente "comincia", il via, si direbbe in una corsa.
Beth ב, dal punto di vista indicatomi, è come un cancelletto di partenza. Un cammino inizia con un passo in avanti e nel compierlo non bisogna guardarsi intorno, ma solo avanti.
Un cammino, un volo, richiede di abbandonare ciò che è stato, spogliarsi del passato e andare avanti, abbandonando inutili pesi, lacci e sfondare il recinto, verso qualcosa di nuovo. Non c'è tempo per pensare a ciò che è stato, bisogna avanzare.
Su questo si basa la nuova filosofia di vita: ciò che è stato resta nel suo tempo, al massimo sul lettino della mia analista. Tengo a precisare: si buttano i pesi del passato, non le lezioni. Senza lezioni non si può volare. Si buttano le situazioni, non le sensazioni. Si allontanano alcune persone, non l'affetto.
Questo è il presente e come insegnano in estremo oriente: il presente è il divenire del futuro. 

Marco Drvso

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