martedì 17 novembre 2020

Cenere al vento

Questa sera smetto di fumare. Sarò intrattabile per 3 giorni, lotterò per non abbuffarmi e guadagnerò una settimana di vita, ma la passerò chiuso in casa, per qualche decisione governativa.

Di tante creature mitologiche, la più affascinante è la fenice, presente in quasi tutte le mitologie euroasiatiche, con poche trascurabili differenze. Qualcuno la rappresenta come un piccolo rapace, dalla coda lunga e infuocata, ma fondamentalmente è un pavone che sa volare.
Caratteristica fondamentale di questo uccello mitologico è, una volta giunto al termine di un ciclo temporale, costruirsi un nido a forma di uovo, entro cui si rinchiude, per bruciare e rinascere dalle ceneri.
La fenice raccoglie la sua vita e costruisce l'uovo. Prende le cose belle e quelle brutte, l'oro e il metallo vile e se ne circonda, rinchiudendosi nella tenebra più fitta e aspetta, mentre marcisce lentamente e i vapori di tale putrescenza si alzano verso la Luna, in attesa del Sole, cui spetta l'onore di appiccare il fuoco.
Cari alchimisti vi ricorda qualcosa?
Discutevo ieri sera con la mia analista del fatto che quella che a settembre indicavo come mia rinascita, in realtà, era l'inizio della combustione (tra l'altro la terza fase del processo alchemico).
Nell'uovo ha subito calcinazione e distillazione ogni momento della mia vita. Alcune parti resteranno e formeranno le piume delle nuove ali, altre stanno volando via, per mia somma gioia. Sono persone (rapporti tossici), delusioni, abitudini, vizi (non tutti, mi tengo qualche piacere della vita), idee, situazioni e via discorrendo. La fase di combustione è spietata: elimina ogni traccia di metallo vile.
Talune parti di questo lungo elenco sono già volate vie, mentre altre hanno bisogno di una seconda, malinconica occhiata: un tempo tenevo loro, molti più di quanto avessi ammesso, anche a me stesso. Circondato dalle fiamme, sto dando loro l'ultimo saluto, in fondo pregando che mi diano un buon motivo per salvarle, mentre le nuove abitudini e desideri nascono e si fanno sentire con primordiale potenza e sono meravigliosi.
È orribile allungare la mano a qualcuno, sperando che capisca che questo è quasi certamente un addio. Offri un nuovo inizio, per qualcosa di ovviamente diverso (altrimenti che senso avrebbe ciò che sto facendo?), ma non capiscono e non si ha più voglia di inseguire e si lascia che la fiamma faccia il suo dovere. Un malinconico addio, senza recriminazioni, senza spiegazioni, mentre li si manda via come fumo al vento, sapendo che se mai tornassero, troverebbero un'altra persona.
È un momento molto particolare della mia vita. Sto letteralmente decidendo cosa tenere e cosa buttare, mentre vedo cambiare il mio modo di pensare e agire e la cosa mi piace.
Non credo di essere mai andato così d'accordo col tizio che vedo nello specchio. Mi piace il suo modo di pensare, la rinnovata cura del corpo e il suo modo di ardere. Non lo avevo mai visto così pronto a volare, cadere, rialzarsi, con un sorriso beffardo.
Come ho scritto ieri, ci si prende un momento per osservare ciò che fu, capire il quadro completo e proseguire. Saluto ciò che sta diventando cenere, senza lasciarmi nulla, se non qualche ricordo caro e preziose lezioni. Osservo svanire illusioni e sentimenti, che si spengono come candele esauste, mentre il sollievo prende il posto della malinconia e fiorisce un sorriso.
Non cambierei un solo momento della mia vita, perché se oggi sono qui a contemplare il nuovo inizio, nonostante la situazione ambientale certamente pessima, lo devo a tutti quei momenti, che stanno svanendo per sempre.

Marco Drvso