Nel mare delle informazioni in cui siamo immersi traspare qualcosa di osceno: la più intima pazzia umana. Scimmie che si trascinano, riproponendo schemi e idee sempre uguali, da cui allontanarsi sembra impossibile. Io lo so bene, perché dal ritorno a Milano lo sto sperimentando, attraverso la mia palese regressione, con la sola differenza che per una volta me ne sto rendendo conto. Attraverso lo specchio ho visto me e il mondo che mi circonda e ciò mi ha spaventato.
Finché
vivevo nell'illusione di essere l'unico messo malissimo, potevo quasi
nutrire una speranza, poi ho scoperchiato il vaso ed ho scoperto che
Elpìs è rimasta dentro per decenza. Il mondo non ha bisogno di
speranza, ma della sana follia personificata da personaggi luciferini
(non nel senso biblico) come Prometeo e Loki.
Prendiamo
come esempio quel che sta accadendo sulle rive del Mar Nero. Sulla
carta, è qualcosa di già visto, le cui dinamiche sono chiare e
tremendamente scontate, con una piccola, ma sostanziale differenza:
mai come oggi il mondo è pieno di persone rinchiuse dentro gabbie
mentali. Orde di persone che vivono di certezze granitiche,
alimentate dalla pazzia di chi ha in mano le chiavi delle stanze dei
bottoni, che usa altri convinti come cassa di risonanza, che agiscono
sulle masse, in un pericoloso circolo vizioso che si autoalimenta e
rinforza. A confronto, il V e XVII secolo erano epoche illuminate di
libero pensiero. L'occidente si sta suicidando, da tempo, seguendo
teorie assurde, almeno nella loro formulazione, che si sono
dimostrate errate, ma sembra che ammettere l'errore sia più
terribile, che gettarsi nell'abisso e, come se non bastasse, la
stessa pazzia ci sta conducendo verso la catastrofe nucleare.
Dove
sono finiti i folli che hanno permesso l’evoluzione della civiltà
umana?
Figure
scomode e perseguitate, che hanno sfidato l’ira dei potenti,
travalicando l’immobile speranza, giungendo all’azione ad ogni
costo e ne hanno pagato lo scotto, con la dignità di chi ha vinto.
Non porterò esempi umani, sarebbe inutile e controproducente: tale è
la pazzia imperante, che al solo nominare certe persone si potrebbe
levare uno sterile mare di biasimo o un altrettanto sterile coro di
tifosi. Viviamo strani giorni, in cui si distrugge il passato e
personaggi adorati diventano mostri, uno tra tutti, Socrate: un
magnifico folle su cui ho letto cose aberranti, ultimamente.
Voglio
scrivere di due personaggi molto simili, al punto che mi vien da
sospettare che i due miti abbiano origini comuni. Prometeo è il
creatore dell’umanità e, volendo accettare la teoria secondo cui
Loki e Lóðurr siano lo stesso personaggio, anche Loki. Entrambi
sono di grande aiuto al potere: Prometeo si schiera con Zeus nella
titanomachia e porta alleati ed è lui a rompere il cranio di Zeus
permettendo la nascita di Atena; Loki più e più volte trae
d’impacci gli Asi e fornisce ad Odino e Thor le armi per il
ragnarok. Ogni volta, secondo il loro ambiguo modo di agire.
Difficile credere che uno che si chiama Prometeo, non sappia a cosa
va incontro sfidando gli dei e anche Loki ha una certa preveggenza.
Prometeo
voleva il bene dell’umanità e lo ha pagato finendo incatenato ad
una montagna, dove un aquila gli strappa ogni giorno il fegato,
perdendo poi l’immortalità (che recupera, vecchia volpe, per
aiutare Chirone a morire). Si è immolato, per darci il fuoco, su cui
si basa la nostra tecnologia, ma siamo così stronzi da averlo
tramutato in un fungo atomico; mai accettare doni dagli dei. In
questo, Prometeo è ambivalente: benevolo e terribile.
L’ambivalenza
è ancor più forte nel benevolo Loki, che è anche il male
necessario. Lui provoca la morte di Baldr e come pena finisce
incatenato ad una roccia, con un serpente che gli cola veleno addosso
(in questo mito, la figura di Sigyn è stupenda, invito a cercarla),
fino al giorno in cui si libererà, scatenando il ragnarok. In questo
modo ha salvato il buon Baldr, che scamperà alla guerra e tornerà
sulla Terra per guidare la nuova era. Loki così permette il
rinnovamento del mondo (per la cronaca, Prometeo è una delle figure
chiave nel mito greco del diluvio), in uno slancio degno
dell’oltreuomo di Nietzsche, a cui si contrappone la figura di
Odino, che lotta contro un destino che conosce benissimo.
L’occidente
moderno ha dimenticato queste figure, reali e mitiche, preferendo il
devoto Abramo che arriva a sacrificare il figlio, per assecondare la
sua divinità, senza porsi domande. Sebbene dio sia morto, la fedeltà
agli idoli esiste ancora. Idoli che sono idee, denaro, appartenenza
al gruppo, etc.
Socrate
era un folle; chi abbatte le statue è un pazzo (oltre che stronzo).
Noi
abbiamo un bisogno disperato di folli e di follia, per rompere gli
schemi che ci imprigionano. Dobbiamo riscoprire l’eretico che è in
noi e per prima cosa operare una rivoluzione interiore, poi
riscrivere il mondo, per salvarci e salvarlo, liberandoci dai
sacerdoti della verità assoluta che infestano i media e riscoprendo
lo spirito critico e il dubbio. Mi impaurisce e disgusta questa
società che ha codificato cosa siano il bene e il male assoluti,
dimenticando che sono concetti assolutamente relativi e vuoti. Si
torni a ridere della vita, se mai si è fatto. Si torni a scherzare
di tutto, anche delle cose più tremende e assurde, solo così si
potrà vedere la realtà per quel che è.
La
libertà non è andare in giro conciati come si vuole o illudersi di
potersi esprimere liberamente (cosa in realtà non vera, a giudicare
dalla cronaca), ma essere ciò che si sente dentro, esprimendo il
proprio sacro fuoco, al di fuori degli schemi di una società malata.
Per questo ho esaltato le due schegge impazzite di cui ho raccontato.
Personaggi che rompono gli schemi e rinnovano il mondo.
Abbiate
la volontà di vedere la gabbia in cui siamo chiusi e cercate lo
spiraglio d’uscita, a costo di farsi male. Fatelo per voi e per chi
vi circonda.
Mandate al diavolo Zeus e Odino e liberate Prometeo e Loki.
Liberate
il folle.
Marco Drvso
Nessun commento:
Posta un commento