lunedì 14 gennaio 2008

I casi della vita

Come noto, mi dichiaro scrittore, sebbene omo sanza lettere, arte e capacità.
Nella mia ignoranza, ho scelto di scrivere, di tutta la saga che ho immaginato, la parte ambientata nella storia umana. Potevo occuparmi degli antichissimi miti sul continente scomparso e l'età dell'oro, oppure di tutta la parte ambientata nello spazio, invece: mi sono impegolato nella storia romana.
Devo ammettere di essere contento di tale scelta che mi ha obbligato a documentarmi. Sono stati studi lunghi e piacevoli, tramite i quali ho cominciato ad osservare il mondo con occhi diversi. Molti dei miei ragionamenti in questo blog prendono spunto dalla storia dei popoli.
I primi studi erano sugli antichi miti, volevo puntare tutto su Atlantide, ma avrei prodotto solo una fagiolata priva di contenuto. Passare dai miti alla Storia, è un passo obbligato. Non si può comprendere la religione e le leggende di un popolo, se non se ne affronta la quotidianità.
Per esigenze narrative, ho forzato alcuni passaggi storici . Cito un esempio: il mio Traiano adotta Adriano all'età di 15 anni, dopo che gli è stato presentato da Nerva. In realtà, Adriano entra nella casa di Traiano a 9 anni ed i due erano parenti...
In altri casi mi sono divertito a ribaltare alcuni eventi, come nel caso della congiura di Seiano. La mia Claudia Livilla è in combutta con Tiberio per smascherare la congiura e si esilia per ragioni diverse dal tradimento.
Alcune volte, invece, è la storia ufficiale a venirmi incontro. La storia finisce con la caduta del regno di Camelot (in realtà va avanti fino ai giorni nostri, ma sarebbe stata troppo lunga e mi sarei impegolato in certi passaggi storici, troppo complicati da rendere nel romanzo). Tirando in mezzo re Artù, mi sono trovato costretto ad inserire il graal, e certe eresie del mezzogiorno francese. Il tutto ha una sua logica che capirete leggendo la prima parte (già edita nel blog) e la seconda che uscirà a breve.
Nelle varie ricerche, ero ossessionato dalla mancanza di probabile veridicità storica per certe scene già pronte. Oggi mi sono caduti dal cielo: Clodione, Meroveo e Beniamino, risolvendomi molti problemi. Non devo modificare una sola virgola del racconto, limitandomi ad aggiungere solo un paio di precisazioni.
Non penso di avere poteri di veggenza, né assorgo a verità quello che è solo un racconto di fantasia, mi limito a riconoscere la grade fortuna nel vedere come le mie deduzioni sulle zioni dei popoli e le mie fantasie, ritrovino molto spesso una loro correlazione storica (questo è culo!). Ad ogni capitolo mi rendo conto di quanto avesse ragione Pirandello, il giorno che disse "La vità è spesso più assurda della finzione".

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