Un nuovo razzo potrebbe abbattersi su un altrettanto protetto e controllato obbiettivo: la stampa.
Quando rifletto sulle corporazioni e sugli aiuti statali a certe aree dell'economia e della società, mi riscopro un fervente liberista, contrario alle ingerenze statali e, soprattutto, al corporativismo. Credo che in ogni settore, le spietate leggi del mercato debbano essere le uniche regole: se il prodotto è valido, proliferi e ti arricchisci, altrimenti, rauss!
Viviamo nell'unico paese in cui esiste un ordine che stabilisce chi può scrivere su una testata e chi no, chiudendo, di fatto, l'accesso ad un intero settore. Credo sia giunto il momento di seguire il mondo civile e liberare la stampa dall'ordine dei giornalisti.
Il secondo passo è abolire i finanziamenti statali ai giornali. Perché dovrei mantenere, con le mie tasse, testate inutili come il foglio o il campanile? L'editore che produce un giornale deve accollarsi tutti i rischi d'impresa, come un qualunque altro imprenditore.
Il prodotto editoriale è valido? Allora vendi e ti arricchisci con la pubblicità e le vendite. Produci un giornale pacco che nessuno legge? Cambia mestiere!
Questi sono due dei quesiti referendari presentati nel secondo V-day o V2-day. Credo sia giusto e doveroso, recarsi a firmare per la raccolta firme, necessaria per indire il referendum.
Ovviamente, è cosa giusta, andare a votare, il giorno del referendum....
Non sono solito seguire con fervore certe iniziative, ma questa volta mi sembra cosa merentoria. Per scollarci la casta di dosso (vorrei ricordare che non sono stati pubblicati i dati riguardanti le schede bianche e nulle), dobbiamo colpire i loro servi.
Ricapitolando, i quesiti sono:
- abolizione dell'ordine dei giornalisti
- abolizione del finanziamento pubblico ai giornali
- abolizione della legge Gasparri (per cui l'UE ci sta multando salatamente)
Venerdì può iniziare qualcosa, ammesso che non si faccia il solito gioco dei pecoroni...
Drvso
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