Sono in procinto di prendere una decisione che potrebbe influenzare la mia vita, temo negativamente, dal punto di vista sociale.
In questi anni si assiste al progressivo riaffermarsi del cesaropapismo, accompagnato dalla netta presa di potere di associazioni cattoliche (cl, in particolare). I vescovi ed il papa sono onnipresenti su tv, giornali e parlamento. L'opinione del prelato di turno può influenzare le scelte dei partiti, gonfi di aderenti ad associazioni di stampo clericale (dalla sopracitata, fino all'opus dei).
Non ho nulla contro i cattolici, ma non tollero gli estremismi, specialmente da parte dei monoteisti, rei davanti alla storia di alcuni dei fatti più vergognosi della nostra specie. Fermo restando che ho rispetto per cristiani, mussulmani ed ebrei e per tutti coloro che decidono di seguire una certa strada, a patto che non vogliano impormela!
Temo che l'avanzata cattolica comporterà una netta diminuzione della libertà e della laicità italiana.
Premesso ciò, torno alla fatidica scelta: lo sbattezzo cattolico.
È un atto dovuto per ragioni di coerenza e sociali. Sono stanco di leggere articoli in cui si fa bella mostra di un 97% di cattolici in Italia, tra i quali viene conteggiato anche il sottoscritto (notoriamente non cattolico). Non ne posso più delle immense quantità di denaro pubblico elargite alla chiesa, atte a finanziarne le scuole, gli ospedali ed altre opere; soldi sottratti alla scuola e la sanità pubblica. Potrei elencare altre decine di validi motivi etici e morali, oltre a centinaia di carattere politico ed economico. In particolare, detesto l'ingerenza clericale su temi a me cari. quali il testamento biologico, la libertà ricerca, il riconoscimento dei conviventi e delle coppie omosessuali, la 194, il divorzio e tutte le battaglie laiche e libertarie combattute nei decenni passati. Che la percentuale di cattolici vada a 97% -1 e smettano di parlare in mio nome.
Il vaticano costa, rompe e non porta benefici (tranne quelli artistici, ma era secoli fa), perché dovrei continuare ad avvallare passivamente le sue azioni?
Non sono cattolico, tanto vale farlo sapere al clero e beccarmi la mia sana scomunica "latae sententiae" per il reato di apostasia, ammesso che possa definirsi tale. Sono stato battezzato quando non avevo la capacità di intendere e volere. Considerata la mia quasi nulla presenza nella comunità cattolica, penso che apostata non sia un termine adeguato.
Il motivo che mi frena, oltre alla mia proverbiale pigrizia, è la già citata riscossa cattotalebana. Considerato che in politica abbiamo: (cito alcuni esempi) a destra Formigoni (cl), a sinistra Binetti (opus dei) ed in giro una nutrita fauna di partitini dello scudo crociato, temo che tale scelta potrebbe rivelarsi dannosa.
Nell'atto dello sbattezzo non si ha la cancellazione del nome, ma una annotazione a lato in cui si dichiara la scelta apostata del richiedente (ammesso che i vari preti non facciano gli gnorri e dimentichino di segnalare la fuoriuscita dell'apostata).
Questo significa che la chiesa possiede un libro nero su cui annotare tutte le menti libere che hanno scelto di vivere coerentemente il proprio ateismo o la scelta di un nuovo credo. I tempi sono maturi per un nuovo medioevo. Presto il sant'uffizio (modo elegante con cui chiamare l'inquisizione), di cui era capo l'attuale papa, potrebbe tornare all'attacco. Già adesso, in Lombardia, gli appartenenti ai gruppi estremisti cattolici hanno la possibilità di fare carriera e godono di grandi benefici, a danno degli altri.
È una scelta di civiltà e coerenza su cui sto riflettendo attentamente, valtandone i pro ed i contro (essenzialmente lavorativi).
Drvso
Ps
molti nomi sono scritti con la lettera minuscola: è voluto!
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