Ieri sera non avevo voglia di stare a casa. Rimasto solo a Milano, non avevo idea a chi potessi rompere le palle per uscire, quindi, ho ripiegato in una piacevole seratina solitaria. Non sapendo cosa fare, ho deciso di andare al cinema. Con mia somma gioia, al cinema non proiettavano solo gli ultimi film usciti... L'unico che, vagamente, poteva interessare era l'ultimo Batman.
Mi rifiuto di vedere film in cui compare il Joker, dopo che lo stesso personaggio è stato interpretato da Jack Nicolson, diretto da Tim Burton. Nessuno può cimentarsi in ciò che hanno fatto loro, insieme!
Nel vagare per i cartelloni, mi sono imbattuto in "Persepolis": un capolavoro.
Anni trascorsi a considerare l'Iran e i suoi abitanti come una schiera di folli psicopatici, legati a doppio filo con il fanatismo religioso, mi hanno creato preconcetti tremendi. In un certo qual modo, lo si può definire razzismo.
Ho guardato e giudicato quella gente, distante migliaia di chilometri da casa mia, attraverso la lente distorta della pubblica opinione. Di un popolo dalle tradizioni millenarie, ho sempre e solo considerato i barbuti mentecatti che si nutrono di pane e corano, post Khomeini. Gente che vive per i precetti di un analfabeta vissuto intorno al VII secolo, teocrati incapaci di vedere il mondo che avanza.
Ieri ho scoperto che gli iraniani sono persone come noi, con gli stessi pregi e difetti. anche loro ascoltano gli Iron Maiden, vedono i film di Schwarzenegger, amano, odiano, soffrono, ridono, festeggiano, bevono, fumano.... Ho avuto la stessa reazione dopo la visione de "Il cacciatore di aquiloni"; film che mi ha fatto ricredere sugli afghani.
Le teste di cazzo sono ovunque. Tutto il mondo è un grande paese fatto di persone più simili di quanto si possa credere. Persone che disprezziamo per poca conoscenza, così come accade per noi italiani: visti nel mondo come un cumulo di zozzoni, mafiosi, arrivisti e berlusconiani.
La realtà è la lente distorta attraverso cui cerchiamo di percepire il mondo. Troppo spesso, questa realtà è quanto di più distante ci sia da ciò che è.
Penso che solo abbandonando le convinzioni, si possa affrontare ciò che non conosciamo.
Drvso
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