giovedì 25 settembre 2008

Roba da bambini?

Con la scusa della lingua da studiare, mi sono rilanciato nel magico mondo degli anime.
Particolare della classe dirigente italica, cioè con paraocchi, è l'incapacità di comprendere alcuni fenomeni. Tale assioma vale anche per i dirigenti delle reti televisive.
Per il fatto che gli anime sono opere di animazione, vengono relegati a prodotti per bambini. Ciò vale per komodo e shojo (cartoni animati espressamente creati per i bambini), ma esistono opere che possono essere gustate da un adulto ed opere che sconsiglierei vivamente ad un bambino e non mi riferisco a materiale pornografico.
Vi sono capolavori narrativi quali quelli di Miyazaki, assolutamente godibili da un adulto, come si farebbe con un film recitato da attori in carne e ossa. Alcuni autori hanno dato vita a serie dai significati complessi, specialmente a livello di psicologia del personaggio, come Neon Genesis Evangelion, alcuni OAV di LupinIII, Lady Oscar ("Versailles no bara" di cui consiglio di procurarsi la traduzione del doppiaggio originale, non quella roba censuratissima arrivata in Italia) fino ad arrivare a prodotti narrativi con trame molto complesse, riferimenti culturali elevati e temi che difficilmente potrebbero essere compresi da un bambino (o peggio potrebbero creargli qualche problemino) questo vale per Angel sanctuary, Devilman e Devillady. Di questi ultimi due, di cui il primo è considerato il capolavoro di Nagai: il cartone animato degli anni '80 non ha nulla da spartire con la storia originale del manga, ne è una versione "ripulita" adatta al pubblico mondiale. Per comprendere al meglio Devilman, senza doversi leggere il manga, consiglio di vederne gli OAV, purtroppo ancora orfani dell'ultimo capitolo. Anche nel caso di Devillady, il passaggio da manga ad anime ha comportato qualche taglio, ciononostante è un prodotto di prima qualità.
Nel caso di manga ed anime, non vale l'assioma: il libro è meglio del film. Sovente l'anime è migliore del manga (salvo casi eclatanti) e spesso si notano differenze volute dall'autore per mantenere separati il mondo della carta da quello televisivo.
Purtroppo, la solita cecità culturale ha creato questo mito di infantilismo nell'animazione, relegando degli autentici capolavori in fasce orarie di scarso interesse per gli adulti e svilendo l'ottimo lavoro di molti studi del Sol Levante. Solo pochi autori sono riusciti a sfuggire da questo ghetto culturale e spesso sono occidentali (Disney con "Fantasia", Bozzetto con "Vip mio fratello superuomo" e Otomo con "Akira", per citare alcuni casi). Pregiudizi culturali che dimostrano tutta l'ignoranza dei manager televisivi che continuano a proporci i soliti telefilm e non approfittano della qualità di altri prodotti di comunicazione.
Secondo molti, qualcosa si è mosso dopo Akira. Un fenomeno che prende il nome di Second Impact (da Evangelion) che sta segnando la rinascita del fenomeno manga in Italia ed una sua maggior diffuzione tra gli adulti. Staremo a vedere.
Di sicuro, meglio un buon cartone animato che certi sceneggiati prodotti in Italia e soprattutto: meglio le tette di Lamù che i reality! Almeno Lamù non finisce da Costanzo...

Drvso

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