Nella vita è concesso un solo fallimento per inazione. Un fallimento che, nel mio caso, ha nome e cognome S.P., quella che poteva essere la più bella storia, con la più bella ragazza che avessi conosciuto fino a quel momento. Persa per inazione mia!
Il substrato culturale cattolico e quei genialoidi dei miei mi hanno regalato una gran dose di paranoie, complessi e sensi di colpa, che hanno influenzato (NEGATIVAMENTE) la mia esistenza.
Oggi, giunto ai 29 anni ho finalmente compreso il peccato. Non so cosa sia giusto, ma so quale sia il solo peccato: non fare!
Verrà il giorno in cui, vecchio e rincoglionito, ripenserò alla mia vita, soppesando vittorie e fallimenti. Ripenserò a quei momenti e l'unica soddisfazione sarà: io ho provato!
Perché quando dal fallimento hai saputo trarre la lezione, scopri che nella vita non serve un maestro: la vita è il più grande dei maestri, basta saper cogliere i suoi insegnamenti.
Drvso
1 commento:
l'unico nostro "dovere" è vivere
e se non viviamo, veniamo meno al motivo della nostra presenza sulla terra.
Quindi VIVI, e lascia che le emozioni spazino dentro e fuori di te, e vedrai che la Vita saprà occuparsi bene di te.
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