In un mondo che gira a modo suo, in cui persino Fini sorpassa a sinistra il PD (non era difficile), perfetti ignoranti gestiscono la cultura e via di seguito, si sta assistendo alla nascita di un fenomeno interessante: la deflazione.
In parole semplici, è il contrario dell'inflazione, cioè i prezzi anziché salire, scendono. Ciò che appare come una figata, è in realtà il fenomeno che gli economisti più temono, perché manderebbe a gambe all'aria il sistema bancario.
In questi mesi mi sono documentato sulla questione del debito. Da quel poco che ho capito, il gioco funziona così: il soggetto X chiede soldi all'istituto di credito e li restituisce con interessi. Qualora il soggetto X non riesca a rientrare, è costretto, tramite giochi bancari, a cronicizzare il debito e imporsi un tasso di crescita costante, al fine di riuscire a mantenere il proprio livello di entrate, malgrado l'aumento dell'interesse. In pratica si cade in un circolo vizioso fatto di debiti per coprire debiti, che creano interessi sempre maggiori. A sua volta, X rimanderà i pagamenti a terzi (i famosi 30 giorni per il pagamento delle fatture), per garantirsi la copertura delle rate del debito. A loro volta, i clienti di X saranno costretti a ricorrere al famigerato "anticipo fattura", fonte di spese, e ricorrere al pagamento fattura a 60gg, aumentando il numero di persone cadute nel circolo vizioso e creando movimenti di denaro tra istituti di credito. Più o meno, questo è il sistema.
X potrebbe essere un privato cittadino, un azienda o, come successo, uno stato. Nel caso dello stato, il gioco è iniziato con l'indebitamento per pagare i debiti di guerra, poi con i buoni del tesoro, con una gestione fallimentare delle risorse; il tutto escludendo l'incantesimo del signoraggio...
Su questo gioco si sono basate le ricchezze di banchieri, treder, finanzieri e tutta quell'allegra compagnia a delinquere che crea denaro dal nulla, spremendo con gli interessi i cittadini, le aziende e le nazioni, che a loro volta si rifanno sui soggetti deboli: lo stato alza le tasse, le aziende alzano le tariffe e il privato cittadino subisce. Ora, è semplice comprendere perché gli economisti temono la deflazione.
Un fenomeno simile manderebbe a gambe all'aria il sistema. Quello stesso sistema malato che ha dato inizio alla grande recessione che stiamo vivendo, fatto di ingordi finanzieri che non hanno saputo tenere a freno la propria brama, mandando in merda il pianeta. Se non fosse stato per le banche, non ci sarebbero le ragioni di una tale crisi. Quella maniata di deficenti, sono stati capaci di rovinare un sistema che, per quanto malato e assurdo, funzionava. Impoverendo la popolazione e obbligandola a indebitarsi oltre misura, si sono ritrovati a far fallire le proprie banche. Quando uno è pirla, è pirla.
Ora, i governi (creditori delle banche) si stanno operando per salvare le banche, a spese nostre. Come direbbero in terronia: cornuti e mazziati.
A tutto questo esiste un rimedio. È una manovra azzardata che gli economisti non vogliono neanche sentir nominare. Una mossa dal sapore antico, già presente nell'ordinamento romano, che i soliti cristiani citano ogni domenica, senza comprenderne il significato: remissione del debito. Cosa significa?
In parole semplici: chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato. La situazione ha raggiunto il punto di rottura, è necessario resettare il sistema, azzerando il debito. In questo modo si può ripartire da capo (mossa suicida degna di specie idiota qual'è quella umana), o intraprendere una nuova via. In ogni caso, è la sola mossa possibile per dare ossigeno a privati, industrie, nazioni.
Per la cronaca: larga parte dell'enorme massa di tasse che paghiamo (dalle quali non si trovano mai soldi per scuole, ospedali, pensioni, etc) va a coprire gli interessi del debito pubblico...
Marco Drvso
Ps
Ora accusatemi pure di semplificare troppo un problema complesso e di non aver capito niente. Ciò che conta è che paghino i colpevoli della crisi, non noi.
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