lunedì 16 febbraio 2009

Ricordi senza colori

Oggi, al mio ritorno ho trovato i miei assorti in un documentario; cosa strana. Il tema del programma era il '68.
All'epoca, i miei neanche si conoscevano; quel mondo non mi appartiene. Questo divario generazionale ha fatto sì che osservassimo gli stessi filmati con occhi diversi: quelli di chi ha sognato in bianco e nero e di chi ha conosciuto solo il mondo a colori. Loro si perdevano nel rivedere vecchie auto, commentare oggetti e vestiti d'epoca, ricordare un passato. Io ero perso nelle immagini e le guardavo con lo stesso distaccato interesse che provo per i leoni della savana.
Mi ha colpito constatare che anche durante quel maggio i problemi e i discorsi fossero sempre gli stessi. Hanno mostrato una tribuna politica in cui si discuteva degli stessi temi di oggi, compresa la frammentazione del centro sinistra (giuro!). Ho visto personaggi di provata fede berlusconiana, manifestare con la bandiera rossa (persino Fede si mostrava sinistrorso). Hanno mostrato C.De Gaulle, M.L.King, Almirante, Berlinguer e tutta una sfilza di personaggi storici, ormai scoparsi, che dominavano la scena politica; hanno mostrato anche Andreotti, ma lui è immortale. Erano anni strani, non dissimili da questi. I problemi erano gli stessi, eppure oggi la gente non scende in piazza, non si unisce sotto un comune ideale. È finita l'epoca di cambiamo il mondo e fantasia al potere.
In genere, i personaggi che hanno vissuto gli anni '60 e '70 ci rinfacciano ciò che hanno fatto, mostrandoci di essere più avanti di noi. Ci dicono che siamo senza ideali e incapaci di lottare, come hanno fatto loro. Potrei andare avanti a oltranza...
La verità è un'altra. Noi siamo la generazione che è cresciuta durante la morte degli ideali, nel grande nulla che ha caratterizzato gli anni '90. Loro guardavano i propri genitori, gente che ha fatto la guerra e ricostruito il mondo, persone con le palle. Noi guardiamo loro: la generazione più ipocrita che la storia ricordi.
I sessantottini sono quelli che si fregiano delle loro tessere del PDL e del PD, prostrati davanti alla chiesa che negano ogni appartenenza a quel movimento passato. Rinnegano quegli anni e si comportano peggio delle generazioni che contestavano. Siamo al punto che è più aperto mentalmente un ottantenne, rispetto a quella branca di cinquantenni che voleva cambiare il mondo.
Non me ne vogliano quei pochi rimasti coerenti. Sessantottini: di tanta feccia che ha insudiciato la storia umana, voi vi state dimostrando la peggiore!! Voi ci avete tolto gli ideali, voi ci avete insegnato a pensare alla nostra pancia e fanculo gli altri. Voi ci avete dato l'esempio sbagliato. Voi non avete mai creduto in quel che facevate per moda. Ed ora non venite a farci la morale!

Marco Drvso

2 commenti:

Anonimo ha detto...

scusa l'intrusione.
sei tu l'autore dell'articolo "romanzo come tragedia"?

Drvso ha detto...

Ciao Anonimo
Qui nessuno è intruso! Mi spiace, non sono io l'autore di quel libro.. io mi occupo di fantasy epico e fantascenza...