martedì 24 marzo 2009

Leopardando sul leopardare

Infinita è la stupidità umana.
Non so cosa sia l'infinito, forse qualcosa di talmente grande che non posso comprendere. Mi si dice che l'universo sia finito e galleggi in uno spazio infinito, qualcosa di vasto e inimmaginabile, come tutti i numeri. Ma l'infinito può essere racchiuso in qualcosa di piccolo? Gli infiniti punti racchiusi in un segmento limitato, le infinite tacche, sempre più piccole, che si possono incidere su uno stuzzicadenti, sono tutti infiniti racchiusi in qualcosa di piccolo.
In qualcosa di piccolo può celarsi l'infinito, penso all'amore che si può provare per una donna, chiuso in 3 etti di carne. Questo, però, è un infinito strano: si estende ben oltre le stelle, ma può finire nel tempo. Può portarti alla follia, spingerti a gesti meravigliosi e finire in un istante, lasciando solo una profonda cicatrice. Provoca un male che sembra senza fine, ma il tempo cura ogni dolore. Sul tempo ho sentito diverse campane. C'è chi lo vuole infinito come una retta, chi lo rappresenta come una semiretta a partire dall'inizio dell'universo (l'inizio del tempo), chi lo immagina circolare, infine, chi ipotizza che non esista. A volte ho il dubbio che questi ultimi abbiano ragione.
Potrei enumerare infiniti esempi di infinito, senza mai trovarne una definizione univoca. Vi sono infiniti più "grandi" di altri, infiniti quadridimensionali, tridimensionali, bidimensionali, unidimensionali, adimensionali e multidimensionali. Alcuni rinchiusi in gusci microscopici, altri immensamente vasti. Il punto stesso è infinito. Sarà per questo che Cantor è finito in manicomio?
La cosa più affascinante di questo concetto è l'assenza del contrario; infatti finito non è il contrario di infinito. Simile ragionamento vale per gli infiniti: l'ignoranza e l'idiozia possono essere infinite, ma la cultura e la saggezza no, perché limitate dalla natura umana.
Di tante parti dell'universo e di tante speculazioni umane, l'infinito è un rebus meraviglioso che stimola la mente e la conduce a ragionamenti anche perversi "e naufragar m'è dolce in questo mare", mentre cerco di riprendere il controllo della mia vita, fuggendo degli infiniti il più bello e doloroso.

Marco Drvso

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