martedì 7 aprile 2009

Morire, dormire

Nel sonno è considerato uno dei modi migliori per andarsene. Non ne sono convinto.
L'altra notte, decine di persone sono andate a dormire e non si sono più svegliate. Chissà a cosa pensavano, mentre si mettevano sotto le coperte? Avevano qualcosa in sospeso? Qualcuno occupava i loro pensieri? Quante domande senza risposta.
Risposte portate via da calcinacci mossi dal tremore della terra, frammenti di case che dovevano essere messe in sicurezza, pezzi di un'Italia in cui si costruisce al risparmio, a costo della vita.
Ripenso a una lezione di mineralogia, quando il prof ci disse di pilastri dell'autostrada costruiti dentro a blocchi di anidrite (solfato di calcio, materiale noto per trasformarsi in gesso a contatto dell'acqua). Penso al corso di geotecnica (mia croce), quando un altro prof ci raccontava delle situazioni in cui si era trovato per colpa dell'anas. Solo due esempi di quel che si sente dire nell'ambito geologico. Questo è un paese alla sfascio in cui il bene del singolo sovrasta quello dei molti.
Per soldi, spesso pochi, gli ospedali fanno schifo, la pubblica amministrazione va a rotoli, la scuola cade a pezzi (in tutti i sensi) e i paesi cadono come castelli di carte, sollecitati da scosse quasi ridicole.
Così la gente va a dormire, convinta che domani sarà un nuovo giorno, pieno di affanni, gioie, dispiaceri e soddisfazioni. Va a dormire e il domani non giunge mai. Va a dormire e si sveglia in un mondo che non riconosce più. Dove un tempo sorgeva una casa, in una città, ci sono solo macerie e i pianti di chi si è svegliato.

ITALIA SVEGLIATI, ALTRIMENTI QUESTI CI AMMAZZANO TUTTI!!!

Marco Drvso

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