giovedì 20 agosto 2009

Passeggiate giapponesi

Oggi, per la prima volta, abbiamo diviso il gruppo. Non pensate male: io volevo vedere i kofun a tutti i costi e le mie dolci amiche volevano fare un po' di shopping, quindi si è scelto di dividersi: cosa normale in un viaggio di gruppo, prendersi una giornata per sé stessi.
Ho passeggiato tra le vie di Nara e di Kyoto, godendo dell'aria autentica del Sol Levante. Ho incontrato persone meravigliose, che si sono prodigate per aiutare il povero bakagaijin (pirla di straniero) disperso.
Mi ha colpito molto quella loro ritrosia, quasi timidezza, nel mostrare il loro cuore, malgrado lo offrissero con amore. In quei brevi istanti di contatto, mi hanno dato tutto loro stessi, senza mai lasciarsi andare troppo, con quella grazia e gentileza orientale, difficilmente ritrovabile da noi in Europa, se non in qualche angolo disperso di quell'Italia che ancora conserva la propria identità, non inquinata dal mondo anglosassone.
La gente di provincia (Nara), come quella di città (Kyoto e Osaka), è genuina e gentile, mi fanno sentire a casa.

Avrei voluto condividere questo piacere con le mie compagne di viaggio, ma una incomprensione con la mia testolina matta sta avvelenando la nostra convivenza in Giappone.
Dopo giorni in cui non mi rivolge la parola, tento l'ultima carta che mi rimane: provare a irritarla. Temo i che i dissapori passati siano emersi tutti insieme e la cosa mi preoccupa, temo di perderla.
Ho fatto una battutaccia sui meishi, quella sul pranzo e la gran caduta di stile delle pallette di formaggio a cena, sperando di ottenere una reazione, ma niente.
Da mesi noto una certa diffidenza reciproca. Lei vede nelle mie battute dei doppi sensi e significati che non ci sono. Io vedo nei suoi comportamenti solo astio e falsità. che magari non ci sono. Anche questa volta, mi ha tolto la parola e si comporta in modo ostile senza motivo apparente.
Sono venuto in Giappone per lei e temo che la perderò e con lei temo di rimetterci l'amicizia con Virgi. So già che alla lunga farò qualche cagata da competizione. Sono otto giorni che va avanti questa storia ed io non ce la faccio più. Comincio a sentire il mal di testa e ciò non è buono.
Chiara in che lingua devo dirti che mi butterei nel fuoco per te? Come posso farti capire che nulla di quel che ho fatto era mirato a ferirti? Perché non mi parli e mi dici come stanno le cose?
Tutto si sta logorando ed io ci sto male.

Marco Drvso

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