domenica 11 ottobre 2009

Come il vento

Il vento è il supremo portatore. In sé è un fenomeno semplice e abbastanza innocuo, sia questo vento atmosferico, solare, etc. Masse e energie in movimento.
Il vento può essere piacevole o distruttivo, in base alla sua velocità e a ciò che conduce. Solo nel caso di altissima velocità, vedi uragano, è autonomamente distruttivo, in tutti gli altri casi è portatore.
Un bella brezza primaverile non dona piacere solo con il suo dolce refrigerio, porta il delicato profumo dei fiori e di tutte le essenze primaverili, senza le quali la brezza sarebbe sterile e insignificante. A livello conscio non ci rendiamo conto del mix di sostanze che trasporta, ma il nostro corpo le percepisce.
Senza il vento non avremmo la pioggia con i suoi effetti benefici o devastanti.
L'allontanamento di materiale dal Sole, verso lo spazio aperto, non sarebbe un problema, se dentro al vento non vi fossero simpatiche particelle ionizzate, capaci di recare danni incalcolabili (ringraziamo la fascia di Van Allen che ci protegge) e creare atmosfere uniche, come l'aurora boreale.
Il vento è così. Si insinua ovunque (e chi va in moto lo sa bene), con il suo carico. La sabbia del deserto, il polline dei fiori, la neve, la vita e la morte, tutto è portato dal vento.
Se lo analizziamo come masse in movimento, allora anche noi siamo vento. Persone in movimento che possono essere innocue brezze o violente tempeste, in base a ciò che portano. Un'idea portata da tante persone, è una rivoluzione.
Tutto inizia come un venticello, che si insinua sussurrando tra le menti della gente, piano piano, sottovoce sibilando, va scorrendo, va ronzando nella mente della gente. Prende forza a poco a poco e alla fin trabocca e scoppia. Si propaga e si raddoppia e produce un'esplosion!
So bene che quanto citato sopra è un discorso sulla calunnia, ma l'idea, come la calunnia, e ciò che il vento porta. In ogni caso è un vento di cambiamento...
Venticelli che hanno tutti la stessa origine: Anemos e Spiritus. In greco, la prima parola significa vento, la seconda è il soffio in latino, entrambe, in italiano, indicano la stessa cosa: anima e spirito.
Il nostro ordinamento giuridico riconosce il soggetto quale vivente, a condizione che respiri. Il soggetto acquisisce i diritti al primo respiro. Il respiro, non il battito del cuore.
Non a caso "in principio era il verbo" e il verbo, per sua stessa definizione, è portato dal soffio.
Ed ecco a voi, il più dolce e devastante dei venti. Non è la brezza estiva, di cui è molto più piacevole e appagante. Non è il preciso e costante aliseo, infatti muta spesso, talvolta in maniera improvvisa e totale. Non è la bufera, di cui sa essere molto più distruttivo. Questo vento è lo spirito umano, il soffio che esce dalla bocca e può essere foriero di struggente dolcezza, quanto di irraggiungibile durezza. Dei doni è il più bello; delle armi è la più devastante. Ma sarebbe puro soffio, se non portasse la parola.
Odo parole da molte direzioni, parole che si somigliano sempre di più.

Marco Drvso

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