Da un paio di mesi mi ronza in testa una poesia di Robert Desnos, studiata alle medie: la fourmi.
In sintesi: una persona descrive una formica di diciotto metri, con un cappello sulla testa, che parla francese, inglese e javanese e traina un carro pieno di pinguini e paperi.
Ogni due versi, in cui descrive questa formica, qualcuno risponde "non esiste, non esiste".
All'epoca, avevo 12 anni, immaginai questo personaggio che parlava, con il viso sorridente al cielo e un coro impettito di "persone per bene" che rispondeva in tono seccato.
Una persona di buon senso non accetterebbe mai che esista una formica, come quella descritta e lo direbbe con forza, la forza delle proprie convinzioni. Nessuno ha visto una formica di diciotto metri, nessun testo riporta la possibilità dell'esistenza di una formica di diciotto metri.
A questo punto, la poesia si chiude con la frase "perché no?" e qui crolla il castello di carte, le convinzioni delle persone che credono di sapere.
Da qui in poi è una mia libera interpretazione.
La formica è certamente esistita nella mente dell'autore, ciò è innegabile. Ha descritto quella formica. Non esiste?
Nessuno ha detto che si parlasse di una formica "biologica". Poteva essere un camion, chiamato formica, carico di pinguini e paperi, su cui un camionista particolarmente estroso aveva messo un cappello. La moderna tecnologia permette di inserirvi un sistema informatico con sintesi vocale. Non esiste?
La formica è la poesia stessa. Non esiste?
E se la formica fosse un disegno? Uno schizzo sulla carta, con 3 fumetti. Non esiste?
Magritte (io adoro Magritte) aveva già fregato il mondo, dimostrando il tradimento dell'immagine. Disegnò una pipa e vi scrisse sotto "ceci n'est pas une pipe". In effetti, non è una pipa, è un quadro e spero che nessuno se lo fumi.
Sempre restando nell'area francofona, penso ad un orrendo cappellacio disegnato da Saint-Exupéry, che rappresentava un elefante mangiato da un serpente (anatema su chi non ha letto "Le petit prince"!).
Qualcuno potrebbe giurare che Paperino non esista?
Tutto questo è, ovviamente, un costrutto logico e, come tale, permette di giocare liberamente con le parole al fine di giungere al risultato voluto. Qualcuno usò una prova simile per dimostrare l'esistenza di Dio, con una costruzione logica che implica anche l'esistenza di una civiltà di paperi e di alieni con le orecchie a punta che vanno a zonzo su una nave terrestre. Credo di aver appena elevato Paperino e il Dottor Spock a entità divine.
Trascurando i paradossi e i giochi della logica, che tanto logici spesso non sono, si torna alla domanda iniziale: la formica esiste?
Tutto dipende dalle condizioni del corollario e dall'apertura mentale di chi si pone il quesito. Se questi è una persona chiusa nelle proprie idee, difficilmente riuscirà ad andare oltre i propri steccati mentali.
Un tempo sono appartenuto a questa categoria umana.
Non dico di rinunciare alle proprie idee e conoscenze, sarebbe inconcepibile! Sostengo che sia necessario mantenere un minimo di dubbio su tutto. Einstein ha dimostrato che l'universo intero è dipendente dal punto di vista dell'osservatore, eppure, esistono ancora persona che costruiscono il proprio mondo su basi apparentemente solide, pronte a sgretolarsi appena variano le condizioni del contorno.
Ricordo quando crollo il mio castello di certezze. Non so per quanto tempo rimasi basito, guardando le macerie di ciò che credevo assolutamente solido, crollato per un nulla. Quando, poi, alzai gli occhi, vidi che esisteva un intero mondo oltre quel muro e mi misi a ridere. Fu un gran giorno!
Ora, accarezzando l'emivivo gatto di Schrödinger, posso con certezza affermare che: la formica esiste e non esiste!
Fate voi...
Marco Drvso
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