I "SE", come noto, non portano a nulla.
Una simile espressione è rivolta, però, ad una sola categoria di SE: quelli passati. Per intendersi, mi riferisco alle espressioni tipo "se avessi fatto", "se avessi detto", "se solo", etc... I SE rivolti al passato, quelli gonfi di dubbi, rimpianti e simili amenità che davvero non portano a nulla. Non si può modificare il passato, per sua stessa definizione.
Esiste però una categoria di SE poco analizzata e assolutamente positiva: i SE presenti e quelli futuri. Li riassumo in una sola categoria per questioni legate al divenire del presente: inizio del futuro.
Tante volte, i grandi passi dell'umanità sono iniziati con dei SE. Penso a Galileo, quando disse "e SE provassi a puntare questo cannocchiale al cielo?", Einstein "e SE tutto dipendesse dal punto di vista?", Newton "la Terra non è il centro dell'universo, quindi SE gli oggetti cadono c'è un motivo", etc. Questa è una piccola summa dei SE costruttivi. Non sono rimpianti, ma domande che portano a qualcosa.
Chi ama cucinare, spesso si è chiesto "e SE provassi a modificare la ricetta"; qualche volta è andata bene, altre è andata male. Quel che conta è che un SE sia stato trasformato in FARE.
A volte, i SE possono essere propositivi e densi di significato, si pensi alla magnifica poesia di Kipling. Altre volte, i SE sono le classiche definizioni del contorno, assolutamente inattuabili, tipo "se la gente sapesse guidare, non ci sarebbe questo traffico" e verrebbe da aggiungere "ma va?". Questa è la formulazione di una utopia assurda, soprattutto a Milano nell'ora di punta, quando i peggiori cazzoni si mettono alla guida del proprio mezzo per rompere i maroni al prossimo; in particolare quei cazzoni con la X5 (dimmi cosa guidi e ti dirò chi sei: in questo caso una testa di cazzo che fa il prevaricatore, perché è convinto di essere su un carro armato).
Tutto questo per giungere a cosa? Al valore supremo delle domande.
A domande idiote, corrispondono risposte cretine. A domande inutili, rispondono insulti, il più delle volte.
Quelle che mi interessano sono le domande che portano a qualcosa. Domande che possono apparentemente essere senza senso, ma portano risultati.
Nei grandi balzi dell'umanità, come nei piccoli passi del singolo, c'è sempre stata una domanda, cui è giunta una risposta che ha generato altre domande.
Domandare sempre, perché chi non chiede non sa. Porsi sempre domande su tutto ciò che ci incuriosisce.
Le domande sono il motore propulsivo dell'umana evoluzione.
Una volta formulata la domanda, la risposta giunge e si passa all'azione.
Lo vuoi? Prendilo! Altrimenti non perdere tempo in scuse.
Marco Drvso
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