giovedì 8 aprile 2010

38 luglio

Ebbene sì, sono rimasto in piedi per assistere al programma di Chiambretti. Come al solito, una perdita di tempo. Non capisco come possa piacere; de gustibus...
Motivo per cui ho sacrificato ore al sonno, sorbendomi il programma di un personaggio che non amo, è uno, il nome di un complesso che ha rappresentato un momento fondamentale della storia della cultura italiana: gli Squallor.
Chi erano costoro? Cosa hanno fatto?
Credo, per età, di essere uno degli ultimi ad averli conosciuti, quando ormai il gruppo era pressoché sciolto e si avvicinava l'inizio dei lutti. Li scoprii, come tutti, grazie al passaparola: un mio compagno delle medie, fissato con temi volgari a sfondo sessuale; non credo di aver mai riso tanto. Da allora, mi capita speso di riascoltarli.
Ai più sono sconosciuti a causa dell'ostracismo operato dai media e dalla pressante censura, voluta dal vaticano, in particolare. Malgrado ciò, sono riusciti a farsi conoscere e influenzare il costume italiano (se chiamo mia sorella Berta, un motivo c'è); escludendo il loro unico tormentone trasmesso in tv "ciao, comprati Arrapaho!".
Ascoltando le loro canzoni e vedendo filmati e i due film (Arrapaho è definito, dal Morandini, il film più brutto della storia e di questo Ippolito ne è fiero), si vedono i germi di quello che dopo sarebbe diventato di larga fruizione.
Gli Squallor erano: Toto Savio, Daniele Pace, Giancarlo Bigazzi e Alfredo Cerruti. Non vi annoierò raccontando in dettaglio chi fossero i primi due, ormai scomparsi, e gli altri due, superstiti, ma vi invito a fare una ricerchina in rete e rendervi conto del peso musicale di questi nomi, poi fare un giretto su youtube.
Tutti produttori e musicisti di prima categoria, famosi per aver scritto testi immortali, si riunirono per dare vita a un progetto folle, soprattutto considerata l'epoca. Su musiche sia spettacolari, sia ridicole, si presero la libertà di cantare di tutto, in un filone di dichiarata volgarità e gusto discutibile, inserendo anche tematiche comprensibili solo a chi sapeva ascoltare.
Come ogni progetto valido, aveva più chiavi di lettura, seppe anticipare il futuro e seppe essere sempre attuale. Citando Rocco Tanica "ciò che era un pugno nello stomaco 30 anni fa è ancora un pugno nell stomaco" (non dimentichiamo un certo cardinale). Cantarono di tutto su tutto, andando contro la censura che soffocava la creatività.
Questo quartetto ha dato inizio a qualcosa che si è concretizzato nel tempo, di difficilmente inquadrabile. Non posso definire la loro eredità con una semplice etichetta. Bisogna ascoltarli per capire ciò che intendo.
Dissacranti, ricercatamente volgari ben oltre il pessimo gusto, politicamente scorretti e senza freni, seppero diventare un complesso famoso senza passare dai canali tradizionali. Questa è stata la loro grande vittoria. Erano gli albori delle scienze delle comunicazioni e i media erano limitati come numero, libertà e varietà e loro seppero, attraverso un passaparola che oggi definiremmo "virale", diffondersi in tutto il paese. Ad oggi, basta dire squallor a chi ha qualche anno più di me, per sentirsi rispondere 38 luglio. Prima di internet seppero raggiungere la diffusione di gruppi, movimenti, fenomeni, etc, nati in rete.
Magari con la rete sarebbero stati più famosi, a patto che il web fosse nato con 30 anni di anticipo, perché oggi non farebbero successo. All'epoca la parolaccia, la checcata e tutto il loro repertorio, rappresentò un momento di svolta; farlo oggi sarebbe volgarità gratuita.
Lunga vita a Berta, Nosfigatus, Pierpaolo, zia Woller, il cardinale Alfonso Fava, Tango 13 e tutti gli altri assurdi personaggi creati dalla loro mente folle.

Marco Drvso

Ho parlato seriamente degli Squallor, senza neanche una parolaccia.... ma vaffanculo!

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