mercoledì 28 luglio 2010

The house of the rising sun

Della serie "poco lavoro": oggi ho dato una rilettura veloce alla storia sumera e assiro-babilonese.
Come sempre, ho selezionato la pagina di wikipedia e da lì sono partito. Wikipedia è una delle bibliografie più comode da consultare e dà ottimi spunti da cui partire per ampliare le nozioni, in altri siti.
Mi sono reso conto che di una civiltà millenaria i non esperti sanno pochissimo. È una nicchia storica di cui a scuola si parla troppo poco, malgrado la sua importanza.
Sono partito da periodi storici, regni e brevi cenni. Per la maggior parte dei toponimi principali (Ur, Uruk, Babel o Babilonia, Ninive, Susa) ho avuto poca difficoltà: erano tutti luoghi di cui avevo nozione. La lista dei re, in compenso, era colma di nomi sconosciuti. Dei re mitici conoscevo solo Gilgamesh e di quelli storici mi limitavo ai soliti: Sargon, Assurbanipal e Hammurabi (farei notare che i primi due sono re accadici e il terzo è babilonese). Discorso ancor più deprimente per le divinità, di cui conosco solo Ishtar.
Tra loro vi erano personaggi di primissimo piano: quali re potenti e temuti, venerate divinità un tempo considerate vere, grandi esploratori (per l'epoca), etc. Gente e credenze di cui si è smarrrita ogni memoria e di cui il mondo dei non addetti ai lavori si disinteressa.
Tra quei nomi oscuri ci sono i più grandi inventori della storia. Penso alla persona che pensò di distinguere due cose tramite un segno, il tizio che tagliò una sezione di tronco e la attaccò a un bastone, a coloro che scavarono la prima rete idrica, agli inventori delle unità di misura, a coluoi che pensò di numerare per 6, poi quello che suddivise il tempo, etc. Costoro sono solo quelli che hanno inventato: scrittura, ruota, agricoltura intensiva, hanno impostato il nostro orologio, hanno inventato sistemi per misurare peso, valore, volume (sila) e tanto altro.
Hanno inventato il nostro mondo, iniziando la civiltà.
Un popolo che viveva in un territorio pessimo, in cui la sola risorsa abbondante è il petrolio (di cui non sapevano cosa farsene), che seppe inventare il commercio coprendo aree che potevano estendersi dal Mediterraneo, alla valle dell'Indo.
Tra queste persone dimenticate, spiccano, comunque, nomi di rilievo che ancora oggi sono citati e la loro azione si fa sentire: da Ur giunse Abramo; a Ninive re Assurbanipal, primo monarca di cui si ha la certezza che sapesse leggere (Carlo Magno era analfabeta), fece costruire la prima biblioteca. Chi non conosce Babilonia la grande e il codice di Hammurabi?
Malgrado il loro nome sia stato inghiottito dalle sabbie del tempo, molti di loro sarebbero felicissimi, vedendo il mondo attuale. Di persone vissute in un lasso di tempo che copre dal tardo neolitico, all'età del bronzo, ancora oggi subiamo l'influenza, ogni volta che si legge l'ora, si scrive, si usano martello e trapano, si coltiva con canali, si prega, si compra, si misura... Non il nome, ma l'opera è immortale e dona maggior splendore a quella incognita persona, rispetto alla memoria postuma di personaggi discutibili di qualunque epoca.
Non sappiamo il loro nome, ma la loro opera ci seguirà per sempre e questa è la più grande vittoria della storia.

Marco Drvso

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