giovedì 15 luglio 2010

Se poi si sta fermi....

Da mesi si discute del bavaglio. È partita la gara in rete per diffondere notizie, criticare il governo e discutere eventuali contromosse: atti giusti e merentori.
La gente discute si indigna e poi?
E poi si fa come sempre da decenni: si tira avanti, facendo finta di niente. Siamo addomesticati dal tempo delle stragi e non si fa mai nulla. Siamo un paese in cui il massimo evento rivoluzionario si è svolto con una marcia da Napoli, il cui comandante e ispiratore si è mosso da Milano in vagone letto, il giorno dopo. L'atto di massima indignazione, con la folla inferocita che si muove, è stato un lancio di monetine a Craxi.
Non intendo incitare alla rivoluzione o simili puttanate, mi basterebbe vedere la gente che si incazza e ricorda ai potenti che il potere è del popolo, non delle oligarchie. Gente informata che cambia le proprie abitudini come atto politico. Un esempio per tutti: non serve incazzarsi per le nostre truppe in giro per il mondo e poi usare la macchina. Se non si vogliono i militari in giro per il petrolio, che si usino i mezzi! Non amate l'attuale presidente del consiglio: andate a votargli contro, altro che le stronzate sull'astensionismo che altro non sono che un favore alle oligarchie e alle finte opposizioni. Se già che ci siamo, si smettesse di guardare la tv....
Come continuo a ripetere, sono le piccole cose che cambiano il mondo. La rivoluzione lasciamola agli esagitati e agli affamati di potere, capaci solo a fare un sacco di morti e farsi stampare la faccia sulle magliette o perdere la testa per mano di altri rivoluzionari o dimostrarsi peggio del dittatore che hanno abbattuto. Di esempi ce ne sono quanti ne volete, nella storia.
Vi sta sulle balle che i mezzi siano sporchi e arrivino puntualmente in ritardo: cominciate a comprare il biglietto e timbratelo. Vuoi cambiare il mondo: cambia tu e dai l'esempio.
Non scrivo nulla di nuovo. 2000 e rotti anni fa, Platone faceva esprimere questo concetto al suo Socrate, nell'Apologia.
Se tutta la rivoluzione è parlarne al bar o condividere link su facebook, corredandoli di commenti al "vetriolo dei conigli", allora tanto vale non informarsi e lasciar perdere. Soprattutto, qualora ricorra ad alibi idioti tipo "ma siamo in Italia", si è doppiamente colpevoli.
Io, nel mio piccolo, faccio quel che scrivo. Forse non cambierò il mondo, però lo faccio e la sera mi addormento sapendo che in qualcosa sono coerente. Sì, rinunciare all'auto è stato uno sbattimento, operato anni fa prima che diventasse una necessaria virtù (già guadagno poco, se poi devo regalare soldi ai petrolieri e agli industriali per un prodotto che tra 2 anni l'UE mi obbligherà a cambiare), però muovendomi con mezzi e bici non mi faccio comunque mancare le uscite serali né tragitti lunghi; è stato sufficiente organizzarsi. Non uso l'auto e sopravvivo benissimo (ammetto che simili scelte siano facili per chi vive in città). Controllare i consumi energetici, cercare di avere una dieta varia per ridurre al minimo l'impatto sul Pianeta in termini di inquinamento e sfruttamento delle risorse, non è il delirio: basta organizzarsi e i vantaggi sono molti.
Se anche queste piccole rivoluzioni casalinghe sono troppo pesanti e si preferisce giocare al rivoluzionario da tastiera: allora smetti di informarti, tanto è inutile e non lamentarti del bavaglio, perché sei stato tu a metterti la cera nelle orecchie.

Marco Drvso

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