Quasi tutte le mitologie narrano del momento in cui l'essere umano, spinto dalla sua naturale curiosità, ha violato l'ordine preciso di non sapere. Puntualmente, è giunta la collera divina che ha maledetto l'umanità, secondo il rituale consolidato della vendetta divina. Quasi sempre, il reato di cui si macchia l'umanità è la voglia di sapere, ma di questo ho già parlato in un altro post.
La Pandora che scoperchia il vaso, l'Eva che coglie il frutto e il Prometeo che dona il fuoco, nel ventunesimo secolo si sono riuniti in un solo, luciferino, personaggio: Julian Assange.
Non sono qui a tessere le lodi di questo personaggio di cui mi sto costruendo un'opinione e sul quale ancora so poco e nutro qualche dubbio, né a discutere le azioni di un sito che bazzico (non lo nego), ma non mi convince fino in fondo, soprattutto per la scelta di colpire a muso duro un solo paese, trascurandone altri.
Suppongo che la questione wikileaks sia nota a tutti. Il suddetto sito sta rendendo pubblici documenti compromettenti, scomodi e, talvolta, risibili dell'amministrazione americana. Sono partiti con le denunce su fatti riguardanti l'Iraq e L'Afghanistan, per poi pubblicare le migliaia di documenti di cui tanto si parla ultimamente. Alcuni di questi documenti, letti tra le righe, sono di una gravità incredibile, altri (quelli di cui si parla di più) sono solo gossip di bassa lega.
Di fatto, wikileaks ha mostrato la potenza della rete, dimostrando che in questo secolo nulla, potenzialmente, può essere tenuto nascosto. Non siamo in presenza del solito sito cospirazionista o di controinformazione che lancia accuse non ben chiare, sovente con lo schema della talpa suicida. Non abbiamo davanti illazioni, più o meno credibili, su gruppi di potere che cercano di imporre un nuovo ordine mondiale, cambiare il clima, sottomettere il mondo, il più delle volte prive di prove schiaccianti, con accusatori senza volto. A questo giro siamo davanti a documenti con sopra nomi e cognomi su carta intestata, diffusi da persone reali di cui si conosce il volto e che godono di discreta credibilità.
Non sostengo che tutti i teoremi del complotto siano mere masturbazioni mentali o che gli amministratori dei siti che lanciano tali denunce siano dei pirla, anzi, alcune sono assolutamente plausibili e, ogni tanto, suffragate da dati reali e provati, però nessuno di questi si è mai trovato al centro di una tale bufera, né ha mai prodotto una tale mole di documenti veritieri. Solitamente, nessuno (al di fuori della rete) si occupa di tali argomenti, così cadono nel dimenticatoio. Strategia assolutamente logica, da parte di chi non vuole che si sappia la verità, sostengono i complottisti. Naturale distacco verso illazioni assurde, rispondono gli altri.
Pro e contro della faccenda sono molti. Sono felice che si diffondano i segreti mondiali e il mondo possa sapere, ma troppo materiale fa l'effetto contrario: non si legge perché è troppo. Quello che sembra un terremoto diplomatico potrebbe risolversi in un casino telematico. La vicenda offre il fianco a tutti coloro che vorrebbero mettere il bavaglio alle rete. L'aver scelto un obiettivo specifico (per quanto logico e gustoso, dal punto di vista mediatico), potrebbe dare addito a dubbi sulla veridicità della questione. D'altro canto, se fossimo nel 10 d.C. i file sarebbero tutti su Roma, nel medioevo sarebbero stati sulla chiesa, alla fine del '700 avremmo avuto discorsi su Napoleone, etc. La nazione egemone è il nemico che fa notizia.
Quindi si giunge alla domanda. Assange è il nuovo Prometeo che si sacrifica per il mondo, regalando la luce della conoscenza ai mortali, fedele alla filosofia della vecchia scuola degli @kers di cui fa parte, oppure è parte di un disegno più vasto, votato alla fine dell'esistenza delle internet libera, a favore delle visioni estremiste dei repubblicani (che con malcelata invidia guardano alla censura cinese), o peggio come ritengono certi complottisti? Lui e i suoi sono genuini alfieri della libera informazione o pedine nelle mani di chissà chi?
Per ora è difficile pensare di dare una risposta. Ci sono in ballo troppe questioni oscure su cui fare luce, ma una cosa la so: il vaso di Pandora è stato aperto, ora dobbiamo capire cosa ne verrà fuori e quale sarà la contromossa del potere.
Marco Drvso
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