domenica 26 giugno 2011

Quando ero bambino

Se mi chiedessero quali suoni, immagini, etc, mi ricordano la mia infanzia, sicuramente direi: Daltanious (e tanti altri robottoni giapponesi, ma a quello ho legato un ricordo speciale, per nulla togliere agli altri, soprattutto il mio amatissimo Daitarn 3 e al suo pilota Aran Benjo, che insieme a Keith di Voltron era l'ideale a cui ispirarmi), la sigla di Lupin III fatta dall'orchestra Castellina-Pasi (quella che volgarmente viene chiamata la sigla con la fisarmonica) e il tenente Colombo.
Peter Falck (che non ha lacuna parentela con il Falck delle acciaierie di Sesto San Giovanni), che per una vita ho pensato che fosse di origine italiane, era uno degli attori che più ho stimato e amato. Era un grande attore, se non altro per aver fatto credere a mezzo mondo di essere italiano, sebbene fosse mezzo russo e mezzo ungherese. Come insegna Camilleri: "il grande attore è quello che te la dà a bere".
Ho impiegato più giorni ad accettare il fatto che fosse morto. Non solo perché il tenente Colombo sia uno dei miei telefilm preferiti (pur evitando di guardare la tv, ammetto che guardo Colombo ogni domenica, pur sapendo a memoria le battute), ma per la sua magistrale interpretazione in alcuni dei miei film preferiti, tra cui "Il cielo sopra Berlino" di Venders, un capolavoro che ognuno di noi deve vedere almeno una volta nella vita. Vi posto una scena trovata su youtube, questa. Chi non ha visto il film, faticherà a capirla, ma per chi conosce questo capolavoro è un momento meraviglioso di grandissimo cinema. Per gli altri, mi limiterò a dire che sta parlando con un angelo e lui (Falck) è un angelo che ha rifiutato le ali per vivere tra i mortali. Rare volte mi sono trovato con le lacrime agli occhi per un film e "Il cielo sopra Berlino" è uno di questi. Sia per il significato meraviglioso del film, sia per quel personaggio, perso tra il serio e il ridicolo, interpretato da Peter Falck.
Ho scritto in passato di altri personaggi che sono andati al di là del mondo dei mortali, ma è la prima volta che scrivo di un parente mai conosciuto di persona. In fondo era questo, un pezzo della mia vita che non ho mai conosciuto personalmente.
Mi piace pensare che, insieme ad altre persone care, abbia ripreso quella corazza e sia tornato tra gli angeli.
Ciao Tenente Colombo, ci mancherai. Nei personaggi che hai interpretato ho sempre trovato una ironia di alta qualità e una sagacia, specialmente nel tenente, che nessuno avrà mai. Un grande attore che ha rappresentato alcuni momenti fondamentali della mia vita.


Marco Drvso

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