domenica 5 giugno 2011

Quella parte di te, dentro di me

Non so se avete visto l'ultima puntata della serie originale di Evangelion. Durante l'episodio si vede il protagonista, perso in una nevrosi, che parla con gli altri personaggi, all'interno di un teatro. Ognuno si presenta a lui, con la frase: "sono la parte di me che vive dentro di te". Un passaggio che spiega, in modo semplice, gli strascichi dei rapporti umani.
Di ogni rapporto, incontro, conoscenza, resta qualcosa in noi, anche quando quella persona non è più nella nostra vita. Un frammento, più o meno grande, della sua energia vitale è entrato in noi e noi abbiamo ricambiato con un frammento della nostra. Come mi disse una mia insegnante, tanto tempo fa: vivere è scambiare con l'ambiente e le altre forme di vita.
Nulla può cancellare da noi una persona cara che non c'è più o che adesso è lontana. Così vale per le persone che non ci sono più care o che abbiamo allontanato. Finché esisteremo in questa forma, saranno sempre con noi e noi saremo con loro. Non mi riferisco a fantasmi del passato, bensì a qualcosa di molto intimo che influenza la vita quotidiana. Sono piccoli gesti, idee, pensieri, abitudini che prima di entrare in contatto con quel soggetto non erano parte di noi.
Un bel giorno si è cominciato a spegnere il mouse mentre non lo si utilizza, a spegnere le sigarette in un certo modo, a condire i cibi secondo un dato ordine, ad usare certe espressioni e se analizzassimo quei comportamenti, ci renderemmo conto che sono il dono di altri. Magari, osservando le persone della nostra vita, potremmo ritrovare qualcosa di nostro.
Ci sono anche legami più forti e quelle persone restano in noi con il loro viso, la loro voce, il loro calore, vivi e forti nei nostri ricordi.
Da un certo punto di vista è una seccatura, perché significa che non ci libereremo mai di quella persona che ci ha presi in giro, di quella che abbiamo amato senza esserne corrisposti, di quella che abbiamo ferito e via discorrendo sui rapporti fallimentari. In ogni caso non avremmo potuto perderli o allontanarli del tutto, perché fanno parte del Tutto, come noi. Aveva ragione una mia ex, quando mi disse che non mi sarei mai liberato di lei; poteva andarmi molto peggio...
Se, invece, pensiamo alle persone care che non sono più attivamente nella nostra vita, per le più disparate ragioni, fino al distacco più estremo, sapere che sono in noi è stupendo. Vivono in noi e ci accompagnano nel cammino, come noi accompagniamo loro e, in questo modo, lo scambio di energia vitale continua, anche a distanza, anche senza un contatto diretto. Un legame che va oltre il fatto di essere componenti di un solo Tutto, trasformandoli in parti di noi e noi in parti di loro. Se una piccola parte di noi è morta con loro, è stata rimpiazzata con quella loro parte che vive in noi.
Identico ragionamento vale per chi è parte della nostra vita, adesso. Con loro l'interscambio è vivo e completo e il gioco dello scambio energetico è un continuo divenire.
Ho scelto il termine energia per varie ragioni, prima fra tutte è che questo scambio avviene a livello di pensieri ed emozioni, che sono forme energetiche, talvolta chiamate anima (concetto che non è necessariamente legato a forme religiose o trascendentali, se la si considera come la carica elettrica dei nostri neuroni).
Un ultimo scambio è quello con persone che non abbiamo fisicamente conosciuto. Sono i grandi personaggi che influenzano il nostro pensiero con le loro gesta, gli autori di opere che ci sono entrate nel cuore (siano romanzi, film, canzoni o altro). Alcuni sono nostri coevi, altri sono vissuti in epoche diverse dalla nostra.
In questa ottica, che pesca nella poetica di Foscolo, si può azzardare un'affermazione forte: nessun rapporto finisce, perché la lontananza è solo un'illusione e, in un certo senso, anche la morte, intesa come scomparsa dal mondo, è solo una illusione. Altresì, prende forza un concetto espresso tante volte: le sole cose contro natura sono l'odio e tutti gli altri sentimenti negativi.
Fummo, furono, siamo, sono, saremo e saranno sempre parte del Tutto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' vero, anche a me capita... Mi sono fermata spesso a pensare a tutti i miei nuovi modi di fare,..ereditati da coloro che ho conosciuto... Non mi dispiace, anche se sono cimeli di un amore o un'amicizia finita, ciò che mi è rimasto di ognuno è un qualcosa che la mia mente ha ritenuto utile, da memorizzare e ripetere...
E quando questi ''innesti'' di personalità provengono da una persona cara, che non c'è più, e ce ne accorgiamo..magari quando la fase critica del dolore è passata,è bello sapere che ancora vive in noi..Pensare...''La nonna avrebbe detto così..''...''..avrebbe fatto così..'', mentre si compie quello stesso gesto..
Ed è bello vedere, che anche gli altri prendono da me...La mia coinquilina ..che arrivata da matricola mi ha preso come punto di riferimento, la vedo compiere gesti e formulare pensieri in cui riconosco la mia impronta... O vedere la mia nipotina..che inzuppa i suoi Plasmon nel latte...e dice alla sua mamma ..''Come zia Ava'' (ossia AVA=Laura ...in Serenese!!!)..
Anche se ormai è cresciuta ..e il mio nome lo pronuncia bene... ;)

Drvso ha detto...

hai colto pienamente nel segno :D