sabato 6 agosto 2011

Il sangue quando lo prendono?

Lo stato chiede sacrifici, perché improvvisamente il mondo si è accorto che il capitalismo liberista è fallito, con vent'anni di ritardo sul socialismo reale. Si sono accorti che gli stati sono indebitati come maledetti e che la maggior parte dei governi occidentali è retta da personaggi inadatti, perché troppo coinvolti in dinamiche che meriterebbero l'incriminazione per crimini contro l'umanità.: perché non si può far pagare al popolo gli errori della classe politica e il salvataggio degli interessi di speculatori e banche. Questo è un atto criminale!
Terrò per me il lecito dubbio che tutto quel che accade può avere una regia con mire precise. Non sono un complottista e non ho elementi certi per avvalorare un dubbio, su cui ho tanti sospetti: sorti dalla lettura delle notizie di questi mesi.
Un dubbio e qualche indizio, sorti dalle informazioni dei media e da qualche speculazione personale. Se è vero che 3 indizi fanno una prova, c'è da domandarsi perché la magistratura non abbia aperto fior di fascicoli...
Uscendo dalle mere speculazioni, basta guardare lo scenario attuale per deprimersi. I contratti flessibili hanno creato un mondo di persone che oggi guadagnano (poco) e domani sono a spasso. Persone con contratti indeterminati (esistono ancora) che vedono il proprio stipendio bloccato ai tempi della lira, che sono passati da ceto medio a proletariato urbano. Piccoli imprenditori che devono lottare tra gli aumenti dei costi del lavoro, i clienti che non pagano e lo stato che vuole il pagamento delle tasse sul fatturato che ancora non è stato riscosso. Categorie che si trovano a scannarsi con reciproche accuse, in una guerra tra poveri, mentre chi ha mandato in vacca il sistema se la gode beatamente.
Non mi sto riferendo solo ai politici. Mi riferisco ai vari manager strapagati che hanno distrutto aziende floride, per il proprio tornaconto. Mi riferisco al sistema bancario che è andato a gambe all'aria, poi è andato a chiedere soldi ai governi e li hanno ottenuti. Ma è possibile che l'unico amministratore degno sia stato ucciso e tutti gli altri vivono di stipendi d'oro e liquidazioni faraoniche? Perché abbiamo avuto tanti Cimoli (noto per aver gestito in maniera discutibile Alitalia e altre compagnie, percependo stipendi e liquidazioni da favola ed il solo risultato ottenuto è stato un buco di bilancio da capogiro) ed un solo Enrico Mattei? Ma è possibile che l'unico amministratore che lavorava per il prestigio e la ricchezza del paese, e per questo lo hanno fatto saltare in aria, non sia stato da esempio per la rettitudine, ma sia stato solo un monito a lavorare ad minchiam, per evitare problemi?
Ora sono partiti dei nuovi mantra pericolosissimi: privatizzare, pareggio di bilancio in costituzione e costi della politica. In parole semplici: svendere il paese, dimenticando che fu la terza via a fare grande l'Italia (pubblico e privato insieme, in cui il pubblico possedeva aziende chiave dell'economia, cui si affiancava la possibilità dei privati di fare concorrenza), senza dimenticare che si rischia di perdere la sanità, la scuola e altre istituzioni fondamentali e piantiamola di menarla che il privato lavora meglio. Se per fare una analisi con la mutua servono 6 mesi e pagando, nella medesima struttura, la si fa in giornata, non è colpa del pubblico, ma di chi ci mangia sopra (e magari vi toglie un polmone per chiedere il rimborso allo stato). Il pareggio di bilancio in costituzione è una mossa pericolosissima, perché imporrebbe al governo di svendersi l'anima ogni anno (leggasi: incularci per costituzione), norma che vogliono abbinare ad un principio ancor più pericoloso, sempre in costituzione, "tutto ciò che non è vietato è lecito". Finché è una norma non scritta, va benissimo, ma messa nero su bianco potrebbe essere pericolosa. Infine il mantra sui costi della casta: che spendano ad minchiam (non so se si è capito che tale espressione mi piace) e siano dei privilegiati fancazzisti, con interessi che esulano il bene comune, è innegabile, ma le idee che circolano in questo periodo rischiano di creare terreno fertile per la morte della democrazia. Ricordiamo che di Lucio Cornelio Silla, personaggio che rimise a posto Roma e poi si ritirò a vita privata (però ha aperto la via all'ascesa di Cesare), nella storia ce ne fu uno solo; gli altri sono sempre stati tirati giù con la forza (vedi Cesare).
Talvolta mi domando come facciamo a farci tirare in mezzo da questa gente. Sempre seguendo il dubbio di cui sopra, vien da pensare che sfruttino la pubblica idiozia.
Poi li sento parlare, questi grandi governanti, e mi vine la tristezza. Fanno tanto i moralisti credenti e si scordano che il settimo è non rubare, l'ottavo è non dire falsa testimonianza e il decimo è non desiderare la roba d'altri (questi valgono per tutti i monoteisti). Ai cristiani ricorderei quel che recitano in chiesa: "rimetti i debiti"! La remissione del debito è una pratica antichissima, presente nella legge romana, che prevedeva che ogni 20-30 anni venissero annullati i debiti, onde evitare di trovarsi in questa situazione.
Certo che se devo essere io, che sono ateo, a ricordare a questa gente i precetti del loro credo, la dice lunga sulla loro onestà intellettuale.
Una volta, l'usura era punita con la morte.
Il mondo ci chiede di salvare un malato terminale, il sistema liberista e capitalista, che nella sua folle idea di crescita illimitata e di profitto ad ogni costo, ci ha portato sul baratro della terza guerra mondiale. Ci chiedono sacrifici per salvare lo status quo, ma non può più essere salvato. Perché, evitando i complottismi di cui sopra, è questa la questione: si vuole salvare l'insalvabile, per paura o incapacità di cambiare.
Ora vogliono altri sacrifici che, vista la Grecia, servono solo a peggiorare la situazione e arricchire i soliti noti, in nome di ideologie fallite. Tra poco, potranno prendersi solo il sangue.
La vedo sempre più nera e non so quale sia il peggiore, tra i possibili scenari futuri che ho in mente.

Marco Drvso

1 commento:

Anonimo ha detto...

Che dire ...se non che hai inquadrato bene lo 'Stato' catastrofico nel quale viviamo.
Nella diatriba pubblico vs privato, quello che mi viene da pensare è che in entrambi i settori il problema sostanziale è dato da chi occupa, non solo le 'poltrone' ma anche le semplici sedie. Le persone qualificate restano a casa...a studiare..ed infine emigrano..e gli incapaci lavorano...per modo di dire.
Purtroppo è un circolo vizioso, e a parer mio è proprio nel settore pubblico che dovrebbe sparire il posto fisso...se rendi resti..altrimenti te ne vai..
I contratti di formazione lavoro sono stati un emerito buco nell'acqua, solo un'ottimo sistema per gli impreditori di reperire personale, capace, ma alle prime esperienze ..sottopagandolo, ed infine ..nessuna assunzione..finito il periodo..avanti il prossimo speranzoso. Oltre al fatto che se il meccanismo per entrare nel mondo del lavoro è questo, superata una certa età si è tagliati fuori. Nessuna azienda assume a stipendio pieno, una persona matura, se può sfruttare
le leggi a proprio favore e assumere una persona più giovane ad un terzo dello stipendio.