mercoledì 19 ottobre 2011

Non cogito ergo bum! 2

Dopo aver discusso le ragioni della giusta indignazione popolare, chiudendo sul problema della furia cieca dell'indignazione, spesso legata più a slogan che altro, come dimostra il fatto che le parole usate sono sempre le stesse, come se fossero lette su un copione. Io stesso mi rendo conto di usare spesso parole altrui e, quando me ne rendo conto, mi secca alquanto (non mi riferisco a citazioni dei grandi).
Magari parrò un pochino presuntuoso a dare pareri sul mondo, come sto facendo, ma ho la fortuna di aver studiato a lungo materie scientifiche (prima o poi tornerò in università e finirò geologia), quindi riesco, per quanto possibile, a osservare i dati e analizzarli con una certa freddezza, ponendomi un passo in là dalla questione, come si farebbe con un qualsiasi feldspato. In ogni caso: non sono infallibile, anzi, posso vantare una lunga serie di errori e fallimenti, su cui potrei scrivere una enciclopedia.
Mi è sempre piaciuto girare in gruppi diversi, per farmi una idea del mondo (negli ultimi mesi, causa carenza monetaria, sono una specie di recluso). Ho bazzicato anche ambienti estremisti, di destra e sinistra, e altre compagnie "strane". Mi hanno sempre guardato male, perché credo di aver fatto a botte una, massimo due volte nella vita. Io sono per il dialogo duro e rispettoso, come insegnano i grandi maestri (e i fatti di questi giorni lo dimostrano).
Si vive per soddisfare la curiosità e sono curioso verso il mondo, soprattutto verso quello che la gente guarda male.
Che fossero ultrà di calcio, politica o altro, ho notato che l'argomento professato era spesso un pretesto per menare le mani. Talvolta persone incapaci di un confronto civile, talaltre persone con una buona cultura che avevano il mito della forza. Non importano le ragioni e i modi, quel che conta è che esistono persone con una innata propensione a fare casino e, purtroppo, talvolta ci riescono. Violenza che, all'occorrenza, viene elogiata o contestata, perché bisogna ricordare che il diffondersi di modelli negativi da parte dei media ha la sua quota di responsabilità. Viviamo in una società violenta di sopraffazione che, negli ultimi anni, sta raggiungendo il suo apice o si sta mostrando grazie alla grande diffusione delle telecomunicazioni (questa è un argomento che meriterebbe di essere approfondito). Violenza che non è solamente fisica; basta guardarsi intorno per vederne i segni in molte azioni e situazioni. Violenza, spesso, più grave di quella fisica, pronta a scatenarsi.
Venendo al fatto specifico, mi sono posto delle domande. Innanzitutto mi sono domandato come si possa sfogare così tanta violenza e da dove tragga la sua forza (da ambo le parti). Non sono solo le questioni elencate nel post precedente, c'è di più, ne sono certo. Dalle immagini si vedono poliziotti e manifestanti che pestano come se non ci fosse un domani.
Inspiegabile il comportamento dei capi delle forze dell'ordine, che muovevano i loro uomini con la stessa lungimiranza di un dodicenne ubriaco che gioca a risiko per la prima volta. Vien da pensare malissimo.
Mi ha colpito, inoltre, l'organizzazione quasi militare dei casinisti. Per essere delle teste di cazzo che hanno rovinato una manifestazione giusta, ne hanno di intelligenza, quasi troppa. Non posso, guardando quelle immagini, non ricordare le famose parole di Cossiga, sugli infiltrati nelle frange estreme. Un buon funzionario, con tanto pelo sullo stomaco, troverebbe terreno fertile in certi ambienti, per tirare su delle squadracce. Armi piazzate nei posti strategici, regia degli assalti degna di un reparto d'assalto... la cosa puzza.
Puzza, soprattutto, perché quei deficienti hanno fatto il gioco del potere. Così facendo hanno permesso di blindare le città, i cantieri, le discariche e altre aree in cui la gente vorrebbe protestare, fino a dar voce ai pirla che rivorrebbero in vigore la legge Reale. Questo è il primo passo per la morte della democrazia in favore della sicurezza.
Piccoli gruppi di decerebrati, usati in maniera immorale per creare panico a cui mi sento di dire una sola cosa: bravi stronzi!
Chiudo con una immagine che parla più di mille parole: l'immagine di un esagitato che scaglia un estintore contro le forze dell'ordine. Immaginate una camionetta dei carabinieri chiusa contro un muro, circondata da esagitati, in cui l'unico incolume è un ragazzetto di leva che vede i propri colleghi feriti e la folla inferocita che lo vuole menare. Al suo posto, forse, mi sarei cagato addosso e avrei preso il mitra; lui, invece, spara un solo colpo e, sfiga vuole, colpisce quell'estintore e di rimbalzo ammazza l'esagitato.
Un esagitato, quando muore, diventa un martire, quando sopravvive diventa lo zimbello del mondo, quel pirla der Pelliccia. Sbaglierò, ma tra quei due estintori non ho visto molta differenza.
Ancora una volta, vedo solo vittime. Vittime dell'ignoranza, della boria, dell'etica del gruppo, dello stato. Basta un attimo per trasformare una persona tranquilla in un barbaro, se lo si mette nel giusto contesto.
Ci sono teste di cazzo violente sia tra i manifestanti, sia tra le forze dell'ordine; tutto il resto è l'evolversi degli eventi che annebbia la mente e genera mostri. Fossi in loro mi porrei delle domande. I manifestanti facinorosi dovrebbero chiedersi a chi giova il loro comportamento. Le forze dell'ordine dovrebbero domandarsi da che parte stanno i loro capi.
Non cogito, ergo bum!


Marco Drvso

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