mercoledì 1 febbraio 2012

Fantozzeide

Chi si ricorda il capolavoro immortale di Paolo Villaggio (i primi 4)?
Come molti, sono cresciuto guardando i film di Fantozzi. Pellicole in cui si narrava l'Italia peggiore, parodiata in maniera eccellente, attraverso le vicende di un impiegatuccio sfigatissimo, di una megaditta parastatale. Al contrario dell'Italietta narrata da Sordi, in cui con un riso amaro ci venivano mostrati i nostri pregi e difetti, quella di Fantozzi era pariodiata all'inverosimile, provocando risate sguaiate, ma se si osservava con attenzione la vicenda, quel che faceva ridere diventava un pugno nello stomaco. Questa era la grandezza: l'immenso cinismo che Villaggio metteva in Fantozzi e nei personaggi di contorno, tra cui il geometra Filini, interpretato dal grandissimo Gigi Reder. Questo personaggio meschino, mediamente ignorante, succube del potere, era l'immagine più vera di molta italianità dell'epoca.
Caratteri cui si poteva porre rimedio con la volontà di migliorarsi e puntare in alto, infatti, più volte Fantozzi era citato come un punto di riferimento verso il basso.
Nelle pellicole si mostrava una continua e mostruosa lotta per la sopravvivenza tra persone piccole e prive di ogni speranza, continuamente vessate dal potente di turno. Immagine che, fino ad una ventina d'anni fa, era sinonimo di ricerca del quieto vivere, all'interno del proprio piccolo mondo meschino. Oggi, purtroppo, quella lotta tra poveri si è estesa anche a persone di valore superiore a quello di Fantozzi. Anche la persona con più dignità e forza, si trova a dover fare i conti con un mondo che non funziona e la necessità di sopravvivere.
Il susseguirsi di governi quantomeno discutibili, l'avanzare di una unificazione europea fatta a cazzo, il sorgere di nuove economie in cui i fondamentali del diritto e della sicurezza del lavoro sono mera teoria (nel migliore dei casi), i giochi della finanza e la scomparsa dell'imprenditore (a favore del manager) e malcostume vario ed eventuale, stanno uccidendo il lavoro. Questo vale per i dipendenti, come per gli autonomi. Si lavora poco e male, in una continua competizione tra poveri.
Vedo dipendenti costretti ad accettare situazioni che fino a poco tempo fa erano inimmaginabili e autonomi che rincorrono la clientela. Si è costretti ad inseguire il lavoro, al punto che sono mesi che devo andare dal dentista, ma non sto riuscendo ad organizzarmi per farlo. Il ricatto è sempre in agguato: se non ti va bene, c'è la fila dietro di te. Inutile sperare in uno slancio di orgoglio collettivo.
A questa macelleria sociale c'è da aggiungere un progressivo rincoglionimento delle masse. Oltre alla cultura nazional popolare che genera mostri e ad una certa pigrizia intellettuale molto diffusa, ci si mette anche la legislazione internazionale con le nuove leggi sul diritto d'autore e il diritto di espressione. Se a livello filosofico sono corrette, l'applicazione e la normativa che stanno sfornando (vedi ACTA e simili) è delirante e come risultato avrà una riduzione delle informazioni circolanti.
Con il termine informazione non mi riferisco alle "news", uso il termine nel suo significato più ampio possibile.
In sintesi: ci stanno rendendo dei Fantozzi.
Temo che un domani saremo tutti rinchiusi nella megaditta a farci la guerra per un tozzo di pane, privati di ogni briciolo di umanità.


Marco Drvso

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