lunedì 20 febbraio 2012

Imprenditori o masochisti

Da qualche mese sono entrato nel magico mondo della libera professione. Stanco di contratti a progetto e simili, ho pensato che fosse il momento di diventare padrone del mio tempo e del mio lavoro, nella speranza di fare qualcosa per me e per il paese.
Oggi, approfittando della carenza di lavoro, traccio un primo bilancio di questa impresa.
Costi e burocrazia. Per aprire ho sprecato 2 anni, in attesa di dare l'esame di abilitazione, barcamenarmi nella burocrazia, iscrivermi ad albo e camera di commercio e trovare una licenza da acquistare. perché avevano contingentato l'accesso al mercato. Il gioco, tra licenza, bollati, tasse d'iscrizione, sbattimenti bancari (per assurdo la cosa più semplice ed economica), balzelli vari che lo stato pretende ancor prima di iniziare (tra inail, inps e simili ho già versato gran capitali), ho speso (ho fatto debiti) per oltre una decina di migliaia di euro (circa il triplo dell'attuale fatturato lordo totale). Morale: il governo ha cambiato ancora le regole del gioco ed ho scoperto di aver buttato i 6000€ spesi per la licenza e il notaio, perché ha liberalizzato l'ingresso al mercato, ho buttato i soldi dell'esame, dei libri e il tempo per studiare, perché anche quello non è più obbligatorio. Soldi e tempo che nessuno mi ridarà.
Va bene agevolare l'ingresso nel mercato, ma quanto traspare da quel decreto (4/12/2011) è che i furbi hanno risolto e chi ha fatto il regolare lo ha preso in culo.
A breve ho il versamento dell'iva sul fatturato, peccato che sia tutta iva di fatture che ancora non mi sono state pagate, ma lo stato la vuole subito, altrimenti sguinzaglia i suoi cravattari.
Spese. L'aumento del costo dei carburanti, dell'autostrada, delle assicurazioni, etc, incide non poco sul mio esile margine di guadagno. Mi è toccato alzare le tariffe per sopperire a questi aumenti e, comunque, non ho aumentato il mio guadagno. È vero che molte di quelle voci vanno in detrazione, ma sono spese che devo sostenere ogni giorno per lavorare, quindi il fatto che le scaricherò (tempo futuro) dalle tasse, non allevia i problemi quotidiani.
Tutte le mattine, quando mi alzo, prima di andare a pisciare controllo la posta e il conto corrente, nella speranza che siano arrivati soldi per poter lavorare e pagare spese e tasse. Bel modo di iniziare la giornata...
In cauda venenum, scopro che hanno posto l'obbligo di pagamento del canone televisivo a tutte le aziende che possiedono computer, smartphone, videocitofoni e altro. Premesso che di sull'abbonamento telefonico pago € 12,91 di tassa di concessione governativa, perché possedere un abbonamento ad una linea cellulare è considerato un lusso. Lusso di cui farei volentieri a meno, se potessi, ma non posso perché è necessario (se avessi il prepagato non la pagherei, ma del prepagato non scaricherei l'iva né i costi). Non ho uno smartphone, anche se mi sarebbe molto utile ora che molte comunicazioni vanno via posta elettronica, né un pc intestato alla ditta (questo da cui scrivo è il mio baraccone personale, regalatomi nel 2008), quindi non dovrei pagarlo per quest'anno, salvo che i soliti creativi al potere non sfornino qualche idea geniale...
Tra le cause della scarsità di lavoro c'è la carenza di pecunia della maggioranza della popolazione, che impone un drastico taglio dei consumi, con contrazione del mercato. In parole semplici non girano soldi e a cascata siamo colpiti tutti.
Lo stato cosa fa per migliorare la situazione?
Aumenta le tasse, impone nuove spese (sanità, gasolio, addizionali varie, etc) ed ora si prepara a mettere in moto una riforma del lavoro che dalle prime avvisaglie sa di stronzata madornale. Tutto per salvare le banche e fare un favore a USA e Cina (i padroni delle agenzie di rating). Ovviamente, il parlamento vota queste norme, salvo nel caso in cui si tocchino i loro interessi o quelli dei loro sodali (hanno bloccato la norma che taglia gli stipendi ai manager pubblici, quelle sui loro stipendi e quelle sulla incompatibilità tra le cariche pubbliche). Non amo il tecnocrate filo bancario che non sa andare oltre la visione del mondo che insegnano in certe università né proporre qualcosa che sia utile a noi e non alle banche, ma i politici stanno facendo di tutto per risultare ancor più odiati. Mosconi direbbe "Ma me par che ghe sia... ma i lo fa a posta".
Del ridicolo giro di denaro che genero, nulla resta nelle mie tasche. I soldi delle fatture (quelle che mi pagano) entrano nel conto corrente ed escono subito. Con quel poco che avanza ci copro le spese di casa e sono finiti. Un paio di braghe nuove, cultura, sistemare il dente dolorante, mangiare fuori, uscite fatte bene con la ragazza o gli amici, etc, sono lussi da procrastinare a tempo indeterminato.
Anche la trovata sulla riforma del lavoro... Per ora non ho il problema di assumere, ma un domani mi piacerebbe farlo. Non sarà certamente l'art. 18 a fermarmi, salvo qualche aggiustamento tipo se uno è un lazzarone voglio il diritto di sbatterlo fuori (quelli, solitamente, sono i più dotti conoscitori del codice del lavoro e hanno ottimi agganci con il sindacato). Quel che mi fermerà sarà il costo di un lavoratore, inteso come tasse e balzelli vari. Riducete il costo del lavoratore e la gente assumerà.
Per ora, per fortuna, non sono ancora finito nel giro di pagamenti obbligatori, ma visti i tempi... Nei pagamenti obbligatori c'è di tutto dalle pretese di certi loschi personaggi a tangenti obbligatorie per avere ciò che spetta di diritto. Non sto scherzando, so di gente che ha pagato dei funzionari affinché certe pratiche andassero avanti; non era corruzione, ma taglieggiamento da parte della pubblica amministrazione. Funzionari che se non ricevono la fresca si incaponiscono contro il cittadino (basta leggere i quotidiani, per riscontrare quanto dico).
Infine: le ore spese per creare contatti di lavoro, preparare preventivi, sistemare i mezzi produttivi, occuparsi della contabilità. Tutto tempo non retribuito.
Pago le tasse e lo stato non mi rende servigi e quel poco che rende pretende che sia pagato. Le strade dissestate provocano danni al mezzo, quindi costi aggiuntivi, cagionati dall'incuria degli amministratori, pagati con le mie tasse. Se tardo un pagamento mi aprono il culo, ma quando devo ricevere non c'è la stessa solerzia. La maggior parte del tempo lavorativo non è retribuito (un imprenditore lo è 24 ore al giorno). I costi aumentano ogni giorno e i ricavi si assottigliano.
Morale. Se compravo una incudine, ci poggiavo sopra le palle e cominciavo a martellare, il risultato sarebbe stato lo stesso.
Stringo i denti e penso che la parte migliore del paese fa come me. Quella massa di persone che non è in politica, né in televisione, perché è troppo impegnata a lavorare per far funzionare questo disastrato paese. Stringo i denti, ma ogni giorno è sempre più demoralizzante.


Marco Drvso

1 commento:

max ha detto...

Stringere denti e cinghia oggi tocca a tutti.... nella speranza che il futuro sia migliore.