domenica 8 aprile 2012

Il migrante sul Titanic

Adoro la Storia e sono tra gli psicopatici che prima di vedere un film o leggere un libro, si prende la briga di guardare gli ultimi 5 minuti o l'ultima pagina.
Come diceva Hitchcock, nella famosissima intervista di Truffaut (Il cinema secondo Hitchcock, di François Truffaut, un un'opera che vi invito a leggere), la vera suspense non si ottiene colpendo il pubblico con il colpo di scena, bensì informandolo di quel che sta per accadere, affinché loro siano attaccati alla sedia, in attesa dell'inevitabile. In parole semplici; avvisa il pubblico che dietro la porta c'è l'assassino. Fedele a questa idea geniale, mi piace sapere come va a finire, per godere meglio lo sviluppo narrativo e crearmi aspettative che rendano ancor più coinvolgente la storia. Ho premesso che sono psicopatico....
In questo adoro la Storia. Mi piace ripercorrere i passaggi che hanno condotto le civiltà verso un dato evento, constatando le loro aspettative deluse e il dipanarsi del filo del destino, secondo dinamiche assurde.
In questo modo, oltre ad aver apprezzato le varie opere, con maggior pathos, ho imparato a leggere le vicende umane, dall'insieme di segnali che ogni vicenda invia (ovviamente sbaglio, anche spesso).
Non sono qui a millantare capacità assurde, né una visione del mondo deterministico. Mi limito a riprendere situazioni simili, con sviluppi analoghi e li applico in altri capitoli di storia e vedo che, sovente, le dinamiche umane seguono una certa direzione.
Un pensiero, a tal proposito, mi attanaglia da un po' di tempo. Rileggendo sui sacri testi ho trovato un susseguirsi di eventi interessanti, che si sono riproposti più volte, in scala sempre maggiore. Crisi alimentare/economica di fine '700, cui seguono la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, la quali possono essere intese, secondo la visione europocentrica in vigore fino a poco tempo fa, come la vera prima guerra mondiale. Alla crisi economica del 1904, di cui si parla poco nei testi a causa dello scarso impatto che ebbe in quel mondo rurale, seguirono gli eventi del 1914. Tutti sanno della crisi del 1929 e cosa accadde nel 1939.
Storie diverse e contesti diversi, con premesse e risultati equiparabili. Non si ebbero i dittatori nel 1914, come accadde negli altri due casi, altrimenti si sarebbe parlato di fotocopie della storia, ma si nota bene la ciclicità degli eventi e il nostro viziaccio di ripetere sempre gli stessi errori.
Datemi del pessimista, ma in questo momento mi sento come un passeggero del Titanic, che si lamenta delle condizioni del viaggio e non sa che quella sofferenza non sarà una catarsi in vista di una nuova vita felice, bensì lo scomodo tragitto che lo condurrà a scoprire cosa sia un iceberg.
Spero di sbagliare.


Marco Drvso

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io il finale non lo voglio conoscere in anticipo! :)

Ti lascio (un po' in ritardo) gli auguri per una serena Pasqua e pasquetta