venerdì 25 luglio 2014

I due volti

Iniziamo sfatando un mito: non è vero che cane non mangi cane. Scannarsi vicendevolmente fa parte dell'ordine naturale delle cose e il tutto va avanti da da che esiste la vita o, se proprio cerchiamo prove certe, da almeno 215 milioni di anni, come accerterebbe la teoria più accreditata su certi resto di coelophysis ritrovati nel Ghost Ranch nel New Mexico.
In vero, tali atti, almeno nel mondo animale non umano, sono legati a contingenze straordinarie, tipo catastrofi che riducano a zero le fonti nutritive, individui inadatti a sopravvivere o esigenze riproduttive; per quanto concerne il magico mondo degli insetti ci sarebbe da aprire una lunga parentesi sulla loro etologia, ma preferirei on tediarvi troppo. Generalmente, negli scontri tra individui appartenenti alla stessa specie si arriva raramente alla distruzione dell'avversario e ci si limita ad una prova di forza, in particolare tra i carnivori.
Quanto sopra non vale per una nota ed ingombrante specie di primati cui facciamo parte. Già che ci siamo posti tra i primati (lat: primates, migliori) e ci appelliamo con il nome di homo sapiens sapiens, la dice lunga sul nostro ego; ovviamente trascurando il dettaglio che homo deriverebbe da humus.
La nostra è forse l'unica specie ad aver istituzionalizzato il cannibalismo.
Non mi riferisco alle sole pratiche di qualche psicopatico o di intere culture dai costumi quantomeno particolari (senza andare a disturbare certe culture tribali, prendendo per vera la questione della transustanziazione, milioni di persone praticano atti di cannibalismo ogni domenica, in chiesa), ma a qualcosa che è radicato nel fondo della civiltà umana.
Quasi tutti i miti della genesi raccontano di un omicidio, un tradimento e un furto. Vi invito ad andare a controllare, ovunque si comincia così. E queste son le basi della nostra civiltà...
Guardate vi intorno: ovunque inferriate, serrature, telecamere, armi, etc, costruite appositamente per difenderci dal nemico comune, noi stessi. Dove la violenza non è fisica è sopraffazione di ogni tipo dalla dittatura palese a quella democratica di mercati ed enti sovranazionali, dal bullo allo squadrone della morte, dal rompipalle al fanatico assassino. Ognuno con le sue ragionevolissime questioni che lo pongono, a suo dire, nel giusto, mentre avvelena la propria e altrui esistenza per questioni assurde che, davanti alla grandezza dell'eternità è meno di una bazzecola, praticamente è nulla, ma un nulla che distrugge l'esistenza altrui.
Tante volte è la fede cieca in una idea, la cosa più pericolosa.
La storia di noi homo pirlens x2, iniziata circa 200000 mila anni fa nella Rift Valley africana, è costellata di guerra e disperazione, culminata in un mondo in cui il dio denaro ha preso così tanta potenza da arrivare, in nome suo, a compiere empietà impensabili solo 200 anni fa, raggiungendo l'apice in questi giorni, in cui si fomenta la guerra dei poveri in occidente e lo scontro armato nel resto del mondo, per sfamare la brama di chi governa questo mondo. Una fame di potere che non conosce più limite, portando questa gente che cerca di schiavizzarci tutti ad essere schiava a sua volta della propria inutile follia.
Possibile che non capiscano che in ogni caso la bara non ha tasche? Possibile che non capiscano che anche la loro discendenza un giorno finirà?
Verrà un giorno in cui dell'umanità non resterà nulla, è inevitabile. Che ci si estingua o si dia vita ad una nuova specie, quel che siamo è destinato a sparire e con noi quel che abbiamo creato. Ci si ammazza per vacuità, quando tra 1 milione di anni le uniche tracce che resteranno di noi sarà qualche deposito di scorie radioattive, qualche collinetta dove sorgevano enormi strutture di pietra e sassi scheggiati, risalenti ai nostri arbori. Di fatto resteranno le tracce del mondo antico, di quello moderno, salvo le sopracitate discariche e poco altro non resterà che polvere.
Possibile che una specie così apparentemente inutile e ignobile sia anche capace di imprese memorabili? Siamo andati nello spazio, abbiamo inventato la musica, sappiamo amare follemente, abbiamo la perenne sfida di spiegare il mondo e, qualche volta, ci riusciamo anche. Possibile che tanta magnificenza sia l'altro volto dell'oscenità che ho testé descritto?
Ebbene sì.
Quando l'essere umano si spoglia della sua follia e guarda il cielo, annusa il vento, ascolta le foglie riscopre quel che è realmente. Abbandona le sovrastrutture che fin da piccolo gli inculcano persone a cui sono state inculcate a loro volta e diventa quel riflesso del divino narrato dalla mitologia. Quando si spoglia del senso di onnipotenza che altro non è che una coperta che nasconde la sua fragilità e si accosta all'infinito, si rende conto che la sua mortale fragilità non esiste, perché tutto non si ferma al breve istante in cui la materia e l'energia si agglomerano per dargli forma, perché quella materia e quella energia esistevano prima di lui e continueranno ad esistere dopo, perché questa forma altro non è che un briciolo dell'eternità che ha preso forma, pur restando eternità.
Quando raggiunge questo stato di grazia allora crea. Prende materia ed energia e dona vita a qualcosa, magari di piccolo, ma è qualcosa. Qualcosa che ho visto in amici artisti, scienziati, inventori e nel mio piccolo, quando scrivo. Sarebbe bello se abbandonassimo la follia e cominciassimo ad essere umani.
Per quanto sia difficile crederlo, oggi ne abbiamo finalmente i mezzi. Potremmo vivere in assoluta tranquillità, liberi da ogni bisogno, lavorando poco più di un paio d'ore al giorno, per condurre una esistenza felice, dignitosa e piena. Basterebbe smettere di imbottirci di falsi bisogni e idee folli, accettando noi stessi per quel che siamo ed una volta accettati i propri difetti e pregi, non avremmo più motivo di scandalizzarci per quelli altrui. Una volta capito cosa ci serva per essere felici non ci scanneremmo più per avere qualcosa di cui non abbiamo bisogno. Una volta compresa la vacuità di certe idee, smetteremmo di mangiarci.
Ti chiedi se sia troppo semplice?
Forse sì. Liberarsi del condizionamento di millenni di cultura non è facile, ma anche tenere in vita tutta questa follia richiede uno sforzo enorme. Un buon amico una volta mi ha spiegato come applicare il rasoio di Occam: se la teoria è semplice allora hai buone possibilità che sia corretta, perché la natura ama le cose semplici.

Marco Drvso

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