domenica 10 agosto 2014

La notte dei desideri

San Lorenzo è una notte che ha avuto sempre una grande importanza nella mia infanzia. In quei giorni iniziava la festa in castello e noi si approfittava delle prima sere "libere" per le prime uscite e si scappava al campo sportivo, dietro la chiesa a Saliceto (CN), ad osservare le stelle cadenti.
Questo sono tra i ricordi più belli della mia infanzia, giorni in cui imparavo a riconoscere le costellazioni, facevo i primi discorsi seri e i primi approcci fallimentari con le ragazze. Quel vasto campo da calcio, privo di inquinamento luminoso ci regalava una visione stupenda sull'infinito. Una esperienza fantastica, il cui solo pensiero mi scalda il cuore.
L'ultima volta che ho passeggiato su quell'erba è stato circa 15 anni fa e il luogo e gli amici di un tempo mi mancano tantissimo (per fortuna tramite faccialibro si riesce a restare in contatto, visto che riuscire ad andarci è diventato problematico tra soldi e lavoro). Cosa altrettanto triste è rendersi conto di non aver più guardato il cielo con quegli occhi e con quella frequenza, salvo qualche sera in cui esco in giardino, ma il cielo milanese, a causa delle troppe luci, è castrante...
Poco fa mi è venuto lo schizzo di cercare qualche stella, ma il cielo parzialmente nuvoloso, una stupenda luce che rischiara a giorno la volta celeste e il solito inquinamento luminoso rendono impossibile scorgere ogni piccolo barlume. Dovrei riuscire ad avere la fortuna di beccare una meteora che squarcia il cielo in orbita bassa, ma ne ho vista una sola, tanti anni fa su quel prato.
Quanti desideri ho espresso in quelle sere. Alcuni avevano un nome, altri una situazione e a ripensarci sorrido. Ripenso a quel ragazzino capellone, con il naso in qualche pubblicazione scientifica e metal nelle orecchie, con la pelle perennemente segnata per qualche volo in bici o per qualche esplorazione fatta senza alcuna precauzione. Ad incontrarlo oggi, credo che mi coprirebbe di insulti...
Almeno, posso affermare con certezza che uno di quei desideri accompagnati da un nome si è avverato ed ora davanti al lattiginoso volto della Luna sorrido.
Quante volte ho parlato con la dolce signora della Luna... Nei giorni in cui ho sperimentato la depressione, quei dialoghi muti mi sono stati di grande aiuto, sebbene ne porti ancora la cicatrici.
Sarebbe bello se tutti noi ci perdessimo, ogni tanto, nel mondo magico della fantasia che adorna il cielo. Abbandonare il tetro materialismo in cui ci hanno relegato e ascoltare la voce della signora della notte, la danza degli innumerevoli fuochi del cielo, il tutto condito dalle storie dei nostri avi. Un mondo di magia, racconti di eroi e grandi amori, in cui perdersi con occhi sognanti. Un mondo in cui riscoprire la propria essenza e quella della nostra civiltà, un patrimonio immenso da salvare per sé e le generazioni a venire, affinché sappiano cosa cantavano i nostri padri, quando si trovavano intorno al fuoco, a riposarsi dopo il lavoro e la caccia, mentre insieme riparavano utensili, per il bene elle comunità.
Un mondo antico, che ancora ha molto da insegnare, che nonostante oggi ci sembri assurdo era molto più evoluto di quella gabbia di consumatori matti in cui viviamo. Se avessi un desiderio di sicura riuscita, chiederei un pizzico di quel mondo, per il bene di tutti noi.

Marco Drvso

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