sabato 30 gennaio 2016

Svogliatamente

Blocco totale. Non scrivo, non disegno leggo poco, sono più asociale del solito e neanche canticchio. Passeggiate, in bici o a piedi, non pervenute.
Sinteticamente parlando: forte sega di questo mondo.
È da qualche mese che sto maturando questa consapevolezza, ma la voglia di esprimere questo sentimento si spegneva come un'erezione davanti a un varietà di prima serata.
Non che adesso sprizzi volontà di condividere e creatività da chissà quanti pori... Diciamo che in una esistenza che avrebbe cagato il cazzo da moooolti anni, potrebbe valer la pena fare qualcosa per ammazzare il tempo.
-Cristo quanto detesto infilare termini nuovi nel dizionario del dispositivo! Ma quei ritardati che li programmano conoscono almeno 100 parole nella propria lingua, oltre a vari neologismi ed espressioni gergali che rendono (per quanto possibile) ancor più barbaro persino l'inglese?-
L'idea di farlo mi è venuta ieri, quando una persona che stimò mi ha chiesto come va (via scritta) e non me la sono sentita di scriver l'ennesima risposta di circostanza il proverbiale "si vive", " tutto OK" et analoghe puttanate.
Analizziamo.
Non tutti hanno avuto la fortuna di nascere timidi e cervellotici, in un contesto di diffusa grezzeria che castra ogni forma espressiva, spingendoti fin dall'infanzia nel tunnel del fallimento e della difficoltà di comunicare con altri bipedi, salvo quando si interpreta ruoli... Dovevate vedermi quando gestivo folle al museo: l'esatto contrario del pirla che girava da solo, schivando gli sguardi altrui (e la gente pensava che me la menassi....). Di buono c'è che sono rimasto fuori durante dinamiche e ciò mi consente di osservare il mondo senza alcun incanto.
Sono un pirla qualunque, senza speranza di redenzione, ma sono in compagnia di qualche miliardo di miei simili. La sola differenza che mi pone in un punto privilegiato della categoria dei canzoni di cui sopra è aver smesso anche di fare finta d'essere felice, soddisfatto e realizzato.
Sarà che quando ad otto anni ho realizzato la mia mortalità e compreso quanto tutto sia inutile, molte delle illusioni che mandano avanti la società hanno perso ogni valore.
Comunque sia: sti cazzi!
Non mi interessano le mille puttanate che oggi sembrano fondamentali. Non perdo tempo a schierarmi da questa o l'altra parte di un gioco di tifoserie che si spaccia per qualcosa di grande, ma altro non è che distrazione. Per una  settimana abbiamo avuto le prime pagine dei giornali che discutevano del fatto che l'allenatore di 11 rimbambiti che inseguono una palla e sono incomprensibilmente osannati abbia dato del finocchio ad un altro allenatore di altrettanti analfabeti. In un mondo serio la questione avrebbe occupato un trafiletto in sesta pagina, per due giorni: il primo dopo il fattaccio e il secondo a sanzione avvenuta.
Capite che se già di mio sono problematico, interagire con una simile umanità mi è ancora più difficile. Sono stato capace di beccarmi insulti da diversi schieramenti, nel medesimo discorso e quando ti becchi del buonista e del razzista in 2 minuti, capisci che qualcosa non funziona.
Mi sono già stufato. Chiudo questo post delirante giusto per non lasciarlo in bozza, come gli ultimi 20 circa.
Perché a questo mondo non si riesce a fare un discorso senza scadere nel tifo e nella sopraffazione a tutti i costi? (e care mie animelle di sinistra col vostro fare da squadrista non differite da chi vorreste combattere)
Perché le mode devono influenzare il ragionamento? Perché la gente non lo capisce?
Rendersi conto che il proprio status su faccialibro altro non è che uno slogan prefabbricato, che scambiano per ragionamento autonomo?
Certo che evitò di farmi coinvolgere in altrui ragionamenti. Dici un cosa e sei omofobo (tra l'altro termine coniato da chi non ha la minima conoscenza dell'etimologia delle parole), vai avanti con discorso e dopo 1 minuto. Ti danno del gayfriendly, per poi tornare fascista dopo un attimo. Perché non vi ficcate le etichette nel culo ed ascoltate, prima di andare in escandescenza, sputando epiteti a caso?
Siamo nel secolo della comunicazione e non si ha un cazzo da dire e quel poco che si esprime è precotto.
In questo contesto, anche solo un bla, sprecato per qualche tifoso, diventa un lavoro enorme che un vale la pena.

Marco Drvso

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