martedì 13 settembre 2016

Buoni sentimenti?

Leggo, ascolto, mi informo e un tempo discutevo, ma negli ultimi anni la mia misantropia ha raggiunto livelli imbarazzanti.
Non nego di essere un cretino, quindi anche quel che scrivo può essere solo un lungo elenco di cazzate, però mi va di farlo. Da tempo mi sono allontanato dai moderni aristoi e non aspiro a diventare uno di loro, anzi mi piace essere insultato dalla sedicente umanità migliore; la quale pur etichettandosi come liberi, democratici, buoni e cazzate discorrendo, somigliano moltissimo ai nazisti di contorno che tanto odiano.
Con nazisti di contorno intendo le masse che, convinte di essere nel giusto, altro non fanno che seguire lo spirito dei tempi, in piena omologazione.
In particolar modo, detesto i loro buoni sentimenti.
In teoria, sentimenti come empatia, carità, solidarietà e tutta quella sfilza di sentimenti "filantropici" dovrebbero essere cosa buona e giusta. Lo slancio d'amore verso i propri simili, mirato ad un mondo migliore dovrebbe essere un traguardo cui aspirare, ma sono stati capaci di trasformarlo in pura perversione e di questo non li si può perdonare.
Si può fare il bene altrui per slancio irrazionale, per volontà di creare un mondo migliore, per semplice spirito d'appartenenza ed altre mille ottime ragioni, compreso il proverbiale "mi va di farlo", ma non per ragioni meschine come il volersi sentire migliore, lo sbatterlo in faccia agli altri ed elevarsi sopra le masse, perché la vulgata attuale dice che questo va fatto.
Si può commettere il bene, come atto masturbatorio da rinfacciare al prossimo?
Io non so cosa siano bene e male, ma quanto sopra, a mio avviso, è male.

Marco Drvso

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