venerdì 2 ottobre 2020

La Terra e Solaria

Uno dei primi romanzi letti in vita mia è Il Sole nudo (The naked Sun, 1956) di Isaac Asimov.
Non ricordo se fosse l'estate del 1989 o del 1990, quando incontrai le parole di quello che sarebbe diventato uno dei miei narratori preferiti in gioventù, ma ricordo bene come divorai quel romanzo, seguendo ogni passo dell'indagine del detective Elijah Baley e R Daneel Olivaw (R sta per robot), nell'intricata vicenda di un omicidio assurdo.
Questi mesi folli, per me e il mondo, mi hanno riportato alla mente le immagini descritte in quel romanzo.
La vicenda è ambientata in un futuro non esattamente utopico, in cui la specie umana si è divisa in due grossi gruppi: i terrestri e gli spaziali (nell'universo di Asimov non ci sono alieni) e tra loro non ci sono relazioni amichevoli, quindi l'aver chiamato un terrestre su Solaria per risolvere l'omicidio del Dr Delmarre e scagionare Gladia la principale sospetta e moglie della vittima, desta un certo scandalo.
I terrestri, dopo aver conquistato i cieli, sono stati attaccati dagli spaziali, che li hanno segregati sul pianeta, costringendoli a vivere in città sotterranee (gli abissi d'acciaio, da cui prende il titolo il romanzo precedente della saga), una sorta di guscio rassicurante, in cui sopravvivere alle avversità. In questa immagine rivedo quel io che aveva paura di volare. Notevole il passaggio in cui la moglie di Elijah sconsiglia al marito di prendere l'aereo, preferendo la "celere", un treno sotterraneo. Sono tutti agorafobici.
Solaria è opposta e identica alla Terra. Un pianeta rigoglioso e altamente sviluppato in cui la popolazione vive separata. Tale è la paura della contaminazione, che le persone si incontrano tramite schermo e ogni contatto inutile è evitato. Il Dr Delmarre, ad esempio, è un fetista: si occupa di coltivare in vitro le future generazioni di Solaria, lavorando su campioni che i cittadini raccolgono a casa, con appositi kit e inviano alla sua struttura. I bambini sono cresciuti dai robot domestici (dettaglio: sulla Terra i robot sono banditi), senza contatto coi genitori. Gladia dice chiaramente ad un esterrefatto Elijah di aver fisicamente incrociato per una manciata di volte il marito, con cui condivideva la casa e ogni volta era stato un caso.
Quando Elijah, stufo di guardare un monitor, chiede di parlare fisicamente alle persone, c'è un mezzo scandalo e a nulla servono le parole di Daneel: agorafobico sì, ma vuole il contatto.
Ogni Solariano è una Terra in miniatura, chiuso nel proprio guscio asettico, lontano dal mondo.
Gli incontri tra i detective e i solariani sono assurdi. I solariani si presentano con guanti, filtri respiratori e mascherine e tengono i due a distanza di sicurezza, vivendo la situazione con disagio. Il detective Baley ha un problema analogo con gli spazi. Guarda i solariani con distaccato disprezzo e soffre il fatto di trovarsi in spazi aperti. Il contatto della pelle con l'aria aperta e i raggi di un sole nudo lo travolgono, fino allo svenimento. Ogni trasferimento è una sofferenza e spesso tocca a Daneel trarlo d'impaccio, riportandolo tra 4 mura, nonostante il rapporto tormentato, almeno all'inizio, tra i due. Elijah è stato cresciuto pensando male dei robot, ciononostante ne apprezza i pregi ed è il solo a sapere che Daneel Olivaw sia un androide, segreto che custodisce gelosamente.
In questo folle momento storico, mi sembra di vivere in degli abissi d'acciaio, circondato da solariani. Vedo persone sempre più chiuse e distanti, in un mondo che si sta chiudendo. Siano queste ossessioni, paure, un cambio culturale, non saprei dirlo, ma sta avvenendo. Prima ero uno di loro, riconosco i miei ex simili.
Un mondo sporco e sovrappopolato, fatto di monadi è ciò che ci aspetta?
Nel libro c'è una speranza, rappresentata dai protagonisti.
Gladia è un'artista e soffre la cultura solariana, infatti dopo un breve flirt con Elijah sceglie di lasciare quel pianeta di pazzi, arrivando a sposare un colono e avere con lui 2 figli (nel romanzo successivo). Elijah torna sulla Terra, con uno spirito rinnovato e decide di vivere sotto un sole nudo, seguito da altri. Le scelte di queste due persone daranno nuovo slancio a tutta l'umanità (solariani esclusi: quelli arriveranno a modificarsi geneticamente, diventando ermafroditi, pur di evitare contatti, come scoprirà 20000 anni dopo Golan Trevize, ma è un'altra storia), con la fondazione del primo impero, fatto di spaziali e coloni terrestri, che hanno superato la follia dilagante.
Mi riconosco nella evoluzione di Elijah e Gladia e nel modo in cui escono da un guscio imposto e pesante, non senza difficoltà, inventandosi una vita nuova, forse è anche questo che mi ha fatto tornare alla mente questo romanzo.
Non ho trattato quello che è il mio personaggio preferito, perché merita un pezzo solo per lui. Mi limiterò a dire che R Daneel Olivaw è uno dei personaggi più belli creati da Asimov, perché cconscio di essere una macchina, si definisce una persona, pur non volendo essere umano. Ha sogni, ambizioni, sentimenti (non scorderà mai i suoi amici umani, neanche dopo millenni) ed è il solo artificiale ad aver trasceso le leggi della robotica. Daneel rappresenta l'ideale della persona che si accetta per quel che è la sua natura, ma non rinuncia ad evolvere e non è un caso se l'entità artificiale di uno dei miei racconti è modellata su di lui. 
Tre personaggi che vanno oltre il loro essere e modificano il mondo intorno a sé: quello che dovremmo fare tutti noi. Quello che dovrebbe voler dire: essere umani.

Marco Drvso

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