mercoledì 14 ottobre 2020

La Zanzara Ottobrina

Un tempo, tra le cose migliori dell'autunno si contava la scomparsa delle zanzare.
Con l'arrivo di questo uggioso freddo di stagione, speravo di essermi tolto dalle scatole quegli insetti fastidiosi, invece è stata la scomparsa stagionale delle zanzare tigre, mentre altre ancora sopravvivono e disturbano, infiltrate, chissà come, tra le mura di casa. Non sono dette zanzare domestiche a caso.
Una, in particolare, mi disturba il sonno da giorni ed è così tremendamente difficile eliminarla, che le ho dato un nome: Zanzara Ottobrina, l'ultimo retaggio di questa estate orrenda, che mi ha tolto qualcosa di veramente speciale.
Sono sempre stato un mezzo cecchino con le zanzare (partiamo dal presupposto che il predatore ha il diritto di fare di tutto per accaparrarsi la preda e la preda ha il diritto di difendersi, ad ogni costo; in questo caso la zanzara è il predatore, potenziale portatore di malattie e io sono la preda), soprattutto perché mi rifiuto di usare qualsiasi insetticida, per la mia salute e quella del globo. La prima ondata di questi fastidiosi ditteri è stata agilmente risolta in una notte, ma una è sopravvissuta (temo morirà a breve, per sopraggiunta vecchiaia). Con lei le ho tentate tutte, ma la stronza è veramente furba e resistente.
Di solito è sufficiente puntare la torcia del telefono, affinché si fermino su una superficie e colpire con decisione, ma lei si infila sempre negli angoli dei mobili, dietro il carica batterie del telefono o altri anfratti e anche quando è su una superficie piana, riesce a sopravvivere. Alcune volte è stata più veloce di me ed è volata via beffarda, in altre sono certo di averla presa, ma la mancanza del cadavere spetasciato, mi ha fatto domandare se fosse d'acciaio. 
Supermosquito, the mosquito of steel. Dovrei provare con la kryptonite? 
Zanzara Ottobrina è stato l'incubo delle mie notti, fino a l'altra sera. L'ultimo periodo è stato colmo di pensieri, alcuni amari, quindi addormentarsi non era agevole, poi arrivava lei, nel mezzo del sonno, col suo insopportabile ronzio, mi svegliava e iniziava la caccia, in stile looney tunes. Caccia inutile, perché la stronza si imboscava bene e in silenzio, in attesa del nuovo sonno e dei sogni. Ora capisco la frustrazione del coyote...
Freud definiva il sogno come "il guardiano del sonno"; un guardiano che nulla può contro quel ronzio insopportabile e forte. Alla fine mi sono arreso, alla sua esistenza, trattandola come un evento incontrollabile.
Sto finalmente dormendo sonni riposanti, da quando ho espulso tutto il piombo dal cuore e la sua presenza ha cominciato a diventare un simpatico passatempo notturno. Ho imparato a gestire la sua presenza, coprendo la testa con il lenzuolo e riprendendo a dormire. Non è estate: io non soffoco e lei si stufa subito, andando a posarsi da qualche parte, lasciandomi dormire. Mai avrei pensato, tra i miei tanti rapporti tossici e disfunzionali, di averne uno con una zanzara.
Mi mancherai, mia Zanzara Ottobrina, compagna di tante notti in bianco, fastidioso sottofondo di pensieri tristi, in un certo senso maestra di vita. Per qualche giorno sei stata la mia balena bianca e mi hai mostrato come l'equilibrio aiuti a sopportare anche ciò che si credeva insopportabile, fungendo da compito a casa di tante lezioni che i buoni amici mi hanno dato (ad un paio di persone dovrò fare un bel regalo di natale, per avermi sopportato). Ti sei presa sangue, sonno e insulti, in cambio hai donato a questo neonato qualcosa che non si impara sui libri.
Ti ricorderò sempre con affetto, ma ora sta giungendo l'inverno e le nostre strade si dividono, ma non escludo che un giorno ci si possa ritrovare.

Marco Drvso

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